Relazione N. 9 Del 29/03/2010 |
LABORATORIO DI ELETTRONICA |
Alunno: Nuzzo Domenico III A° “Sirio”
Si dice diodo un componente a due
morsetti al cui interno vi è una giunzione P-N. Il terminale del diodo
collegato alla zona P si dice anodo; il terminale collegato alla zona N si dice
catodo. Il simbolo elettrico del diodo è il seguente:
Per il diodo vi è una
caratteristica diretta, che si ottiene polarizzando il diodo direttamente.
Si dice caratteristica diretta di un diodo una curva che esprime l'andamento della corrente del diodo (ID) in funzione della tensione applicata al diodo stesso (VD).
L’esperienza di laboratorio è stata anticipata dal disegno in modo da acquisire manualità ed esperienza con i programmi necessari per disegnare e progettare circuiti elettronici:
(*caratteristica
diretta)
In
foto: Disegno del circuito elettronico oggetto di studio.
Spieghiamo la
simbologia e i vari componenti del
circuito.
Il generatore di
tensione variabile E, è in grado di fornire una tensione che va da zero fino al
valore massimo.
Con l’ amperometro A
si misura la corrente del diodo ID e con il voltmetro V la
tensione del diodo VD.
E’ importante
specificare ai fini di una misurazione più precisa che il voltmetro V misura la
tensione ai capi del diodo VD. Invece l'amperometro A misura la
corrente del diodo ID più la corrente del voltmetro
IV; quindi per ricavare ID si usa la seguente formula: ID = IA - IV.
Montaggio del circuito :
Per poter effettuare la prova di laboratorio ci occorre:
Ø N° 1 Generatore di tensione variabile
Ø N° 1 Resistore da 1 KΩ
Ø N° 1 Diodo
Ø N° 1 Bread-board
Ø N° 1 Voltmetro
Ø N° 1 Amperometro
Ø N° 1 Pinzetta
Ø Alcuni fili per effettuare i collegamenti
Il montaggio del circuito si è svolto secondo le seguenti fasi:
· Montaggio del diodo e del circuito integrato sulla bread-board;
· Collegamento dei vari fili sul circuito integrato;
· Ed infine il positivo ed il negativo della bread-board al generatore di tensione variabile.
In foto: montaggio circuito ultimato.
Dopo aver montato
correttamente il circuito abbiamo potuto procedere, rilevando i valori indicati
dal voltmetro e dall’ amperometro, riportandoli in tabella.
Questi valori ci
saranno utili per poter disegnare la curva
che indica la caratteristica diretta del diodo.
Per effettuare la prima misura ovvero quella per verificare la
caratteristica diretta del diodo, si parte dando tensione 0, e si aumenta la
tensione in modo crescente.
Si rileva così per
ogni variazione di tensione, la tensione del diodo e la corrente del diodo, e i
valori ottenuti vengono riportati sul diagramma.
La curva che
rappresenteremo , si chiama caratteristica diretta del diodo.
TABELLA DEI
VALORI RILEVATI
(*caratteristica
diretta)
Valori rilevati |
|
VD |
ID |
0 |
0 |
0,1 |
0,000002 |
0,2 |
0,000017 |
0,3 |
0,0022 |
0,4 |
0,019 |
0,5 |
0,728 |
0,6 |
1,89 |
0,65 |
5 |
0,67 |
8 |
0,68 |
10 |
0,7 |
14,9 |
Grafico
rappresentate la:
CARATTERISTICA DIRETTA DEL DIODO
RADDRIZZATORE AL SILICIO.
Analizzando le
caratteristiche dirette di un diodo notiamo che esiste una tensione di soglia,
cioè una tensione superata la quale la corrente aumenta di molto e in maniera
lineare; mentre per valori inferiori alla tensione di soglia la corrente è
nulla.
Analizziamo ora la caratteristica inversa,
polarizzando il diodo inversamente e predisponendo un nuovo circuito.
(*caratteristica inversa)
In
foto: II° Disegno del circuito elettronico oggetto di studio.
Spieghiamo la
simbologia e i vari componenti del
circuito.
Il generatore di
tensione variabile E, è in grado di fornire una tensione che va da zero fino al
valore massimo.
Con l’ amperometro A
si misura la corrente del diodo ID e con il voltmetro V la
tensione del diodo VD.
E’ importante
specificare ai fini di una misurazione più precisa che il voltmetro V misura la
tensione ai capi del diodo VD + la tensione dell’ amperometro Va.
Quindi per ricavare VD si usa la seguente formula: VD = V – Va
In base alla legge di
Ohm, Va = Ra * Ia, dove Ra è .la resistenza interna dell’ amperometro, che su i
nostri strumenti è molto bassa , di conseguenza Va è trascurabile.
Rilievo dei valori letti sui multimetri,
utilizzati
uno come amperometro
ed uno come voltmetro.
In foto:
Momento dell’ esperimento.
Dopo aver montato
correttamente il circuito abbiamo potuto procedere, rilevando i valori indicati
dal voltmetro e dall’ amperometro, riportandoli in tabella.
Questi valori ci
saranno utili per poter disegnare la curva
che indica la caratteristica inversa del diodo.
Per effettuare
la seconda misura ovvero quella per
verificare la caratteristica inversa del diodo, si parte dando tensione 0, e si
aumenta la tensione in modo crescente.
Si rileva così per
ogni variazione di tensione, la tensione del diodo e la corrente del diodo (
che sarà sempre 0 fino ad un certo punto), e i valori ottenuti vengono
riportati sul diagramma.
La curva che
rappresenteremo , si chiama caratteristica inversa del diodo.
TABELLA DEI
VALORI RILEVATI
(*caratteristica inversa)
Valori rilevati |
|
VD |
ID |
0 |
0 |
1 |
0 |
2 |
0 |
3 |
0 |
4 |
0 |
5 |
0 |
10 |
0 |
15 |
0 |
Grafico
rappresentate la:
CARATTERISTICA INVERSA DEL DIODO
RADDRIZZATORE AL SILICIO.
Il diodo così polarizzato non permetterà il passaggio di corrente (fino alla caratteristiche del diodo) se non di qualche μA.
Questa corrente molto piccola si chiama corrente inversa di saturazione e resta praticamente costante, fino al punto di rottura.
Nel grafico si vede chiaramente che il diodo superata una certa tensione si è bruciato. Questo punto è chiamato punto di rottura. In inglese si chiama break down.
CONCLUSIONI:
Abbiamo visto dai grafici ottenuti il comportamento di un diodo sia se polarizzato direttamente che se polarizzato inversamente.
Possiamo quindi ricavare un grafico che mostra entrambe le caratteristiche del diodo.
Il grafico rappresentante la caratteristica diretta ed inversa del diodo è stato ottenuto, unendo i due grafici ottenuti precedentemente con il rilievo dei valori dei circuiti montati.
Possiamo affermare pertanto che
il circuito montato è funzionante e che il diodo ha risposto a tutte le nozioni
precedentemente studiati, quindi possiamo dire che la prova è riuscita.