La riforma Moratti

1 - Premessa

 

2 - La delega al Governo.

 

3 - La nuova scuola della Moratti.

 

4 - La qualità del sistema di istruzione.

 

5 - Alternanza scuola - lavoro.

 

6 - Formazione degli insegnanti.

 

7 - Conclusioni

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1 - Premessa

La nostra scuola sia statale che paritaria viene interessata in questi anni da una profonda riforma.

La riforma attuale è di grande portata, in quanto influenza  la scuola materna, la scuola elementare, la scuola media e la scuola superiore.

La attuale riforma non tocca la Università degli studi, anche se marginalmente ritocca la formazione degli insegnanti, che avviene nelle aule universitarie ( articolo 5 della riforma).

Ricordiamo che l'attuale scuola italiana si basa essenzialmente su un insieme di leggi, di decreti, di circolari, che a partire dal 1962 hanno interessato la scuola, senza una idea politica ben precisa, che sia stata in grado di dare un coordinamento ai vari provvedimenti legislativi e ministeriali, i quali, bensì, hanno portato ai disastrosi risultati che sono sotto gli occhi di tutti noi.

Il danno più grave di questi disorganizzati provvedimenti è stato quello di aver distrutto la scuola privata esistente negli anni '60 e di averla sostituita con una scuola di massa, la quale da un lato obbliga un certo numero di giovani, per nulla interessati a studiare, a stare seduti sui banchi di scuola, a riscaldarli come stufe umane, privando le rispettive famiglie del reddito che avrebbero potuto dare questi giovani, lavorando come si usava sino agli anni '60.

D'altro canto, la distruzione della scuola privata, a cui accedevano le famiglie benestanti fino agli anni '60, ha privato pure le famiglie più facoltose di una scuola detta di eccellenza, cioè una scuola dove si possono formare le nuove menti, che sono destinate al sistema economico, produttivo, e politico della nostra Italia.

La combinata distruzione della forza lavoro dei ceti sociali meno ricchi, unita alla distruzione delle menti più eccelse dei nostri giovani, ha portato ad una generazione di italiani priva della volontà di lavorare, di migliorare il proprio paese, di sentirsi orgogliosi di appartenere ad una nazione civile, come dovrebbe essere la nostra Italia.

In tale contesto socio-politico-culturale la riforma di Letizia Moratti si pone come un insieme coordinato di leggi, decreti, direttive ministeriali, che in un arco di tempo molto lungo, circa 40 anni, porteranno la nostra Italia ad un livello di istruzione e formazione della gioventù idoneo a guidare una nazione, che sia in grado di competere a livello internazionale.

2 - La delega al Governo.

La preparazione del testo legislativo scolastico richiede una adeguata preparazione in chi lo scrive, in quanto occorre che chi scrive le leggi sia a piena conoscenza del complicato stato della situazione della scuola e abbia contemporaneamente le idee chiare e si assuma, altresì, la responsabilità dei provvedimenti che si prendono, nella riforma del sistema scolastico nazionale.

Per cui il governo di Silvio Berlusconi, su proposta del Ministro della Istruzione e Ricerca Letizia Moratti, ha ritenuto logico e concludente riservare agli esperti scolastici la redazione delle leggi, dei decreti, delle direttive scolastiche.

Per cui al Parlamento, a cui compete la emanazione e approvazione delle leggi, è stato affidato il compito di indicare i principi generali e gli obiettivi che deve raggiungere la nuova riforma scolastica, mentre sarà poi il Governo, su proposta del Ministro della Istruzione, ad emanare una serie di decreti che daranno piena attuazione ai principi indicati dal Parlamento. ( articolo 1)

In tal modo Silvio Berlusconi ha evitato di impantanarsi in una discussione senza fine in Parlamento, che avrebbe portato ad un sicuro affossamento della riforma. 

Letizia Moratti ha preferito innescare nel paese, mediante gli Stati Generali dell'Istruzione negli ultimi tre mesi del 2001, una discussione aperta in cui tutti i cittadini, alunni, genitori, docenti, personale ausiliario, e gli esperti educativi hanno avuto la possibilità di far presente le loro esigenze.

 

3 - La nuova scuola della Moratti.

La scuola prevista dalla riforma Moratti  presenta alcune caratteristiche particolari, che hanno lo scopo di migliorare l'attuale sistema di istruzione e di formazione professionale.

In effetti, la struttura fondamentale della scuola resta la stessa, ma vengono apportate delle modifiche che consentono di raggiungere risultati eccellenti in tutti i tipi di scuola.

a) La scuola materna o dell'infanzia

La scuola materna dura tre anni; ad essa possono iscriversi i bambini che compiono i tre anni entro il 30 di aprile dell'anno scolastico a cui si iscrivono; per cui nel mese di settembre i bambini più piccoli possono avere l'età di due anni e mezzo, cioè mesi 28 compiuti.

La scuola materna non è obbligatoria, ma è aperta a tutti i bambini che si vogliono iscrivere e assicura una effettiva uguaglianza delle attività educative.

b) La Scuola Elementare

La scuola elementare dura cinque anni. Alla scuola elementare è previsto che si iscrivino i bambini che hanno compiuto i sei anni di età entro il 31 agosto. Tuttavia, se un genitore ritiene che il proprio bambino sia precoce lo può anche iscrivere se i sei anni li compie entro il 30 di aprile dell'anno scolastico di frequenza, e quindi il 1° di settembre il bambino più piccolo potrà avere 5 anni e mesi 4 compiuti.

In tal modo viene evitato il fenomeno delle "primine", cioè il fatto che alcuni genitori facevano frequentare abusivamente i propri figli nella prima classe della scuola elementare, senza poter effettuare la iscrizione, in quanto non avevano compiuto i sei anni di età.

Inoltre, tale limite di età, che consente la iscrizione di alunni di minore età, rispetto alle norme attuali, favorisce una uscita dalla scuola superiore e dall'Università con alcuni mesi complessivi in anticipo, nei riguardi dell'età di chi ottiene il diploma di maturità o la laurea; cioè ci si diploma o ci si laurea con alcuni mesi di età in meno.

vedi grafico

La riforma della scuola elementare presenta, inoltre, altre novità; in particolare per quanto riguarda le materie di studio si introduce l'insegnamento di una lingua straniera dell'Unione Europea fin dal primo anno; così pure l'uso del computer diventa obbligatorio fin dalla prima elementare.

Un'altra novità importante riguarda la serietà degli studi compiuti. Infatti i cinque anni della scuola elementare vengono divisi in un primo anno, costituito dalla prima classe e da un insieme di due anni ( detto biennio) costituiti il primo biennio dalla classe seconda e terza, ed il secondo biennio dalla classe quarta e quinta. Tale divisione comporta che al termine di ogni biennio vi sia oltre alla valutazione (scrutinio finale) del singolo anno anche la valutazione complessiva del biennio. E, poiché tale valutazione biennale verrà seguita dall'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione (INValSI), ne conseguirà una migliore serietà nella valutazione dei bambini;  aumenterà, quindi, il numero di coloro che verranno "bocciati" e contemporaneamente si avrà una migliore preparazione in coloro che saranno promossi.

c) La scuola Media

La scuola media resta di tre anni come quella attuale; si introduce la seconda lingua straniera per tutte le classi. I primi due anni costituiscono un biennio, al termine del quale vi sarà la valutazione biennale seguita dall'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione (INValSI). Mentre al termine del terzo anno vi sarà l'Esame di Stato, da cui l'alunno avrà una indicazione per poter scegliere la scuola superiore successiva.

vedi grafico

d) La scuola superiore

La scuola superiore si divide in due tipi:

1) - Il sistema dei licei.

2)- Il sistema della istruzione professionale

vedi grafico

Tra i due sistemi è sempre possibile un passaggio, mediante il metodo delle "passerelle" cioè un insieme di lezioni aggiuntive a cura delle due scuole, quella di partenza e quella di arrivo, che dia allo studente la preparazione necessaria al cambio di scuola.

Sistema dei licei

Il sistema dei licei dei licei si suddivide in:

- Liceo Artistico;

- Liceo Classico;

- Liceo Economico;

- Liceo Linguistico;

- Liceo Musicale;

- Liceo Scientifico;

- Liceo Tecnologico;

- Liceo delle scienze umane.

La durata dei licei è di cinque anni; i primi due anni costituiscono il primo biennio; il terzo e il quarto anno costituiscono il secondo biennio. Segue un quinto anno al termine del quale vi è l'Esame di Stato, necessario per accedere all'Università degli Studi.

Il sistema della istruzione professionale

Il sistema della istruzione professionale prevede un percorso diverso in base alle scelte del singolo alunno. La durata del percorso non è stabilita fin dall'inizio, ma viene graduata nel corso degli anni.

Innanzitutto si stabilisce un sistema di alternanza di scuola-lavoro, che ha la caratteristica di favorire, dopo i quindici anni, dei periodi che l'alunno svolge nel mondo del lavoro, periodi che la scuola programma e valuta come un vero percorso didattico.

Al termine dei primi tre anni di istruzione professionale l'alunno consegue un diploma di qualifica. Se l'alunno non ha intenzione di proseguire gli studi universitari, può frequentare un quarto anno, conseguendo la relativa qualifica quadriennale. Qualora, invece, voglia accedere alla Università, può frequentare un quinto anno e sostenere l'Esame di Stato che ha lo stesso valore di quello del sistema dei licei.

4 - La qualità del sistema di istruzione.

Per la prima volta la scuola inizia una valutazione dell'intero sistema di istruzione e della formazione, e questa è una novità che caratterizza la riforma scolastica voluta da Letizia Moratti.

Si precisa che la valutazione periodica e annuale degli apprendimenti degli alunni resta sempre affidata ai docenti della singola classe.

In aggiunta alla valutazione annuale viene aggiunta una valutazione degli alunni, che avviene alla fine dei bienni, sia nella scuola elementare, che nella media, che nella superiore.

Un particolare compito viene aggiunto all'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione (INValSI). Tale istituto avrà il compito di valutare le conoscenze e abilità degli alunni, in modo indipendente dalle valutazioni dei docenti delle singole classi; inoltre l'INValSI valuterà l'offerta complessiva che viene fornita dalle singole scuole.

Infine gli Esami di Stato, previsti sia per la terza media che al quinto anno della scuola superiore si svolgeranno sia su prove organizzate dalla commissione di esame, composta in prevalenza dai docenti delle singole classi, e sia su prove predisposte e fornite dall'INValSI .

In tal modo l'Istituto potrà esprimere dei confronti tra le varie scuole del nostro paese, mettendo in evidenza sia le scuole di eccellenza sia le scuole che non svolgono seriamente le proprie attività didattiche.

5 - Alternanza scuola - lavoro.

Un'altra novità della riforma Moratti è l'alternanza scuola lavoro, prevista per gli alunni della scuola superiore che hanno compiuto i 15 anni. Tale alternanza prevede che il singolo alunno possa svolgere della attività lavorativa presso aziende private o statali; tali attività formative verranno programmate dalla scuola in cui l'alunno è iscritto e saranno valutate come conoscenze acquisite dall'alunno al di fuori della scuola.

In tal modo si ha un effettivo adeguamento della istruzione alla realtà sociale e industriale presente nel nostro paese e fornirà opportunità di sbocco immediato nelle attività lavorative per gli alunni che hanno voluto usufruire della alternanza scuola - lavoro.

6 - Formazione degli insegnanti.

La formazione degli insegnanti acquista un particolare rilievo nella riforma. Nella scuola attuale diversi docenti non possiedono nemmeno un diploma di maturità ma sono stati immessi in ruolo senza aver terminato la scuola superiore. Ciò ha causato un notevole impoverimento culturale e formativo della scuola statale dal 1962 fino al 2001.

La riforma Moratti mette fine a tale stato di degrado dei docenti, richiedendo a tutti gli insegnanti, sia della elementare che delle superiori, non solo una laurea di primo livello ma anche una laurea biennale specialistica, al termine della quale, dopo un adeguato periodo di tirocinio, cioè insegnamento assistito, il futuro  docente acquisisce la possibilità di insegnare, cioè ottiene la abilitazione all'insegnamento.

7 - Conclusioni

Resta evidente una valutazione complessiva positiva della riforma Moratti, in quanto essa da un lato consente a chi è privo di risorse di affrontare con successo un ciclo di studi adeguato alle sue possibilità e capacità, e dall'altro offre un percorso di eccellenza agli alunni più dotati, in modo che gli stessi abbiano un percorso di studi più approfondito.

In tal modo si formerà una intera classe dirigente, da impiegare sia nella industria che nelle istituzioni statali, che sia al passo con la globalizzazione delle economie mondiali, ridando alla nostra Italia le opportunità perse in questi ultimi 40 anni, che hanno visto il fallimento su tutti i fronti della scuola di massa voluta dai simpatizzanti della sinistra.

Prof. Pietro De Paolis

Testo della riforma

Guida scolastica     

 

Scuola Elettrica

2003