Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale

Disegno di legge

6 novembre 2002

Seguito della discussione dei disegni di legge:

(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale

(1251) CORTIANA ed altri. – Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell’istruzione

PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca il seguito della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251.

Ricordo che nella seduta antimeridiana si è conclusa la discussione generale e ha avuto luogo la replica del relatore, senatore Asciutti.

Nel dare la parola alla senatrice Soliani, relatrice di minoranza, approfitto per rivolgere un saluto alla signora Ministro della pubblica istruzione.

La senatrice Soliani ha facoltà di parlare.

SOLIANI , relatrice di minoranza . Signor Presidente, signora Ministro, onorevole Sottosegretario, colleghi, quel che resta alla fine del dibattito, al di là del confronto contenuto nei tempi contingentati (di cui lei, signora Ministro, ieri si è rallegrata), è stata una perdita per il Parlamento, per il Paese e anche per lei; è il senso di una difficoltà non risolta. Permane il senso dell'inadeguatezza, come ha detto il collega Tonini, del provvedimento di fronte alle sfide educative e culturali che hanno di fronte le nuove generazioni.

È evidente che questo provvedimento, cioè l'intervento che si vuole chiamare di riforma della scuola, non è una priorità per il Governo, non ha risorse certe e questo vuol dire che praticamente nulla di quello che dice è credibile. La collega Franco nel dibattito l'ha chiamato una finzione.

Il provvedimento è perfino decontestualizzato rispetto al Titolo V della Costituzione, dal quale si dichiara che abbia origine, perché questo provvedimento non dice nulla al riguardo, ma è esposto semmai all'irruzione nei prossimi giorni del disegno di legge sulla devoluzione in quest'Aula, nel Paese e nella scuola italiana.

Se nel Titolo V risiedeva la ragione di un provvedimento di questa natura, bisognava almeno dire da che parte sta il Ministro dell'istruzione tra La Loggia e Bossi. Si sa - lo scrive perfino oggi su un quotidiano nazionale il vice presidente della nostra Assemblea, senatore Fisichella - che con tutto ciò la scuola è allo sbando. Nel dibattito si aprono anche gli occhi: si indicano con verità quali sono i passaggi non convincenti, anche da parte della maggioranza; si afferma la necessità di rivedere l'esame di Stato. Siamo d'accordo, senatore Bevilacqua.

Al termine del dibattito pongo la seguente domanda: c'è spazio per concludere i lavori al Senato con un risultato significativo per la scuola e per il Paese o il finale è già scritto? Sono emersi uno o due punti in relazione ai quali la dialettica parlamentare può far compiere un passo in avanti tra Berlinguer e Moratti; ciò dipende dal Ministro e dalla maggioranza. Il dibattito ha aperto vie che si possono percorrere, se si vuole, con emendamenti, anche se dobbiamo constatare che così non è stato in Commissione.

Il dibattito è stato accompagnato da un imbarazzo vero, che nasce dal divario tra le parole che si pronunciano o si ascoltano e la realtà delle cose, come ha sottolineato, tra gli altri, la collega Manieri. Questo provvedimento è inadeguato nella contestualità della scuola italiana: mentre siamo qui a discutere, centinaia di scuole sono oggi ferme per il timore di crolli, soprattutto al Centro-Sud. Tutti i giornali forniscono oggi la mappa dell'emergenza. Il dibattito ci ha consegnato l'opportunità di un altro approdo, comune tra maggioranza e opposizione; tale approdo è di fronte a noi, soltanto che lo si voglia raggiungere. Lo ha indicato il senatore Cortiana: un piano straordinario per l'edilizia scolastica a partire dalla finanziaria.

Abbiamo sentito altre voci nel dibattito, espressioni di uno stato d'animo e ancor più di una consapevolezza politica e di grande onestà intellettuale. Il collega Compagna ha parlato di delusione, di disorientamento e ha messo persino in guardia l'opposizione - e ha fatto bene - da una sopravvalutazione del provvedimento. Dal dibattito è emerso il senso della mancanza di una passione politica che coinvolga, non dirò la scuola e il Paese o l'opposizione, ma almeno la stessa maggioranza.

In realtà, il provvedimento, come è stato ben sottolineato, nasce con un limite di fondo: insegue il fantasma del centro-sinistra; bisogna cancellare le leggi del centro-sinistra: la legge n. 30 del 2000, la legge n. 9 del 1999, la legge n. 62 del 2000. Un anno e mezzo dopo la nascita del Governo siamo ancora a questo punto. Mi domando: era il caso?

Quello che c'è nel provvedimento ci sembra non faccia compiere passi avanti; guarda piuttosto al passato, è rivolto all'indietro. Tornano i programmi e i piani di studio, come se l'autonomia non ci fosse. Parlo della libertà di progettazione del curriculum che - mi rivolgo alla collega Bianconi - non è un fatto burocratico, ma è la via della libertà didattica.

Torna il maestro prevalente; senatore Valditara, il team non è il caos, è una ricchezza per la scuola elementare che, insieme alla scuola dell'infanzia, non è in declino bensì ai primi posti della competizione internazionale. Certo, con il maestro prevalente si riducono sicuramente posti di insegnamento e si fanno risparmi, ma si torna ad un passato ancora più lontano nella visione culturale espressa qui dal senatore Valditara; una visione - mi sia consentito chiamarla così - di ordine a buon mercato, che non vede la fecondità della libertà e della collegialità.

È la stessa visione che introduce dai primi anni della scuola la valutazione dei ragazzi ogni biennio e, se non va bene, anche dopo un anno. "Ordine e disciplina contro il disordine della sinistra ". Ma davvero nessun dubbio sull'idea di ordine di cui la destra ha dato prova nella storia? Siamo a questo punto, senatore Valditara? Qual è la cultura condivisa della scuola e del Paese, di cui vi è bisogno, se non quella costituzionale? Dove finiscono quel pluralismo, quel rispetto delle opzioni culturali che sono costitutivi della cultura e della democrazia, come ci hanno ricordato i colleghi Tessitore e Monticone?

La democrazia di una riforma, ancorché votata dal Parlamento, si misura dal respiro culturale che la pervade e dagli spazi di libertà che si aprono e si chiudono nella vita delle persone. Ciò che forma le persone sono i valori e i significati che danno senso alla vita, che disciplinano interiormente la crescita. Domandiamoci quale società stiamo costruendo.

Ed è un ritorno al passato, devo sottolinearlo, la cancellazione - così la intendiamo - del riferimento all'obbligo scolastico previsto dalla Costituzione. Senatore Favaro, è stato tolto. Questo è il nodo! Siccome penso che siamo vicini a scioglierlo, se abbiamo buona volontà, è su questo aspetto che bisogna concentrarsi. Per noi bisogna lottare per l’innalzamento della possibilità dei ragazzi di stare dentro il circuito dell’istruzione e della formazione e di non disperdersi per tenere insieme integrazione e flessibilità, non flessibilità senza integrazione.

Se la maggioranza è veramente preoccupata di combattere la dispersione e gli abbandoni, facciamo tutti un passo nuovo verso i ragazzi. Se ne può parlare, vi sono emendamenti che lo consentono. I dubbi sul doppio canale e le sue rigidità, come previste nel provvedimento al nostro esame, non sono solo nostre. Qui e altrove si è detto che la formazione professionale semplicemente non c’è in grandi aree del Paese, ma anche in Germania il modello è in discussione.

È stato citato Romano Prodi nelle sue magistrali lezioni del 1992 "Il tempo delle scelte". Fu tra i primi a sostenere l’incontro tra istruzione e formazione professionale e a riportare dalla Germania in Italia le scuole di formazione integrata superiore - tra l’altro, vorremmo sapere dove sono finite - e l’integrazione e l’incontro tra cultura della scuola e cultura del lavoro: l’integrazione, non la separazione. È stato tra gli artefici di una riforma per l’inclusione sociale, non per l’esclusione.

Proprio l’integrazione valorizza la formazione professionale migliore, quella regionale non quella statale, quella che aiuta davvero i ragazzi, che ha un progetto e che non fa business. Qui sta la differenza. Talvolta, invece, abbiamo la sensazione che la cultura del Governo sia piuttosto quella di disarticolare, di separare e di dividere, laddove occorre invece integrare, mettere in relazione, riconoscendo specificità ed autonomia.

Partiamo dalle buone pratiche di molti istituti statali e non statali, di molti centri di formazione. Partiamo dall’esperienza del Trentino e dell’Emilia-Romagna. Diamo loro tutti insieme una sponda per far camminare il sistema e non per bloccarlo.

Penso alla vita dei ragazzi italiani e al binario rigido sul quale questo disegno di legge rischia di incamminarli. Parliamo di ciascun ragazzo, ma quando aumenta il numero dei ragazzi per classe è difficile svolgere la missione di educare, cioè di educere, di "cavar fuori" da ciascuno chi ha un handicap torna ad essere emarginato. Se si riduce la presenza degli insegnanti rispetto agli alunni (s’innalza cioè il rapporto docenti-alunni per classe) e si trasferisce il lavoro degli insegnanti tutto in un lavoro frontale, allora si determina l’urgente bisogno degli psicologi, di persone esterne, perché il sistema non ce la fa a reggere il rapporto educativo con le nuove generazioni.

Abbiamo parlato di anticipo. Per alcuni ormai lo sappiamo, ma altri non andranno a scuola nell’infanzia neanche a tre, quattro o cinque anni perché sono in lista di attesa.

Penso a questioni cruciali che non sono state affrontate in questa sede. Penso a quell’imparare lungo tutto l’arco della vita che andrebbe reintrodotto in una legge di riforma del sistema d’istruzione perché aspetto importante dell’istruzione di questi anni: l’educazione per sempre, la conoscenza continua, l’apprendimento per tutta la vita.

Penso alla multiculturalità, in realtà solo accennata come se se ne avesse paura, quando oggi, ma già ieri e nei secoli passati, in quanto la cultura europea si è formata nell’incontro con altre culture. È stata il crogiolo della cultura latina, mediterranea con quella centro-europea, con l’Islam e con il mondo giudaico. L’incontro è cultura. Questo è il messaggio dell’Europa, questa è la responsabilità difficile che oggi l’Europa deve sostenere e che deve essere scritta nelle norme generali per l’istruzione della scuola italiana. Lì dentro c’è il senso della persona che ha diritto a formarsi nella scuola, innanzitutto e soprattutto per un diritto di cittadinanza, per essere un soggetto sempre, non oggetto e - lasciatemelo dire - neppure capitale umano.

L’agorà è lo spazio, è lo spazio dell’universalismo che nessuna impresa può coprire e "scholé" è il gratuito, lo spazio libero dello studio. Questo è il lascito della cultura classica, è la coscienza critica che nasce in un non luogo, nel luogo cioè che non è soggetto a subalternità, a contrattazioni, a mercato.

Esiste una straordinaria competenza e dedizione da parte degli insegnanti italiani, su cui il Governo dovrebbe fare perno anche per mantenere questo profilo culturale del sistema di istruzione italiano. Invece, il Governo sembra alimentare l'idea che gli insegnanti sono uno spreco.

Ecco, allora, che in questo rapporto stretto tra cultura e insegnanti bisogna capire che le tre "i" che sono state proposte sono del tutto insufficienti. C'è da costruire ben altro: c'è un mondo da costruire, c'è l'universo interiore dei ragazzi da non dissipare, da non abbandonare nella solitudine della crescita, che si rifugia nel branco, nel miraggio del guadagno facile, dell'insignificanza della conoscenza.

Questo è il punto sugli insegnanti, che debbono essere - come è stato detto nel dibattito - nella stima del Paese rimotivati - lo abbiamo detto tutti - e sostenuti nella progettualità. In questo provvedimento si insiste sulla formazione disciplinare: il che cosa si insegna è importante, ma non è meno importante la conoscenza del soggetto con il quale si entra in relazione di insegnamento e di apprendimento a tutte le età. E c'è la situazione storica dei precari, che non vanno lasciati ai margini di un sistema del quale, anziché restringere lo spazio, si deve ampliare la platea dell'apprendimento.

Ma la domanda vera, allora, di questo dibattito, che è sottostante a tutte le nostre considerazioni, mi sembra questa: aveva bisogno veramente la scuola italiana di questo provvedimento? Per lei, signora Ministro, è il provvedimento simbolo di un'azione di Governo che - mi consenta - non c'è stata. Il titolo del suo articolo ieri sul "Corriere della Sera" era "Tra radici e futuro": bene, tra radici e futuro nel mezzo c'è il Governo, c'è la coerenza tra le parole e le azioni.

Ha cominciato dai tagli, non da obiettivi prioritari su cui investire, abbandonando istruzione e ricerca al Ministero dell'economia. È stato, in fondo semplicemente l'esito di una improvvisazione. Ha scelto di abbandonare il Parlamento, anche fisicamente, aspettando la delega, invece di realizzare qui il massimo di dibattito possibile, quello bipartisan. Senza idee, senza Parlamento, quale delega possiamo conferire?

Non vi è stata nessuna considerazione per le eccezioni di costituzionalità (la Costituzione non va rivisitata, ma semplicemente realizzata) e ha abbandonato il campo strategico dell'autonomia. È come se si fosse cominciato a deviare il corso di un grande fiume, l'autonomia, secondo la quale il sistema di istruzione non scorre più nel vecchio letto, ma il nuovo non è stato ancora completato e senza questo investimento sull'autonomia le sue acque si perdono in mille rivoli, creando danni.

Non c'è stato un governo efficiente del sistema, non c'è stato sul territorio; ogni istituzione scolastica si è vista letteralmente invasa da norme amministrative che ritardano, anziché accelerare, i procedimenti disperdendo energie anziché razionalizzarle. Le scuole non hanno ancora ricevuto le somme per il normale funzionamento del 2001, il fondo d'istituto contrattuale per il periodo 2001-2002. Avete fatto al Ministero lo spoils system invece di sostenere una dirigenza competente, dando all'amministrazione la missione per servire lo Stato ed il Paese.

Ecco, misuriamo qui tutta la distanza tra questo disegno di legge e la vita concreta della scuola, le urgenze del Paese, le attese delle famiglie. San Giuliano è la punta dolorosa di un iceberg. Su ben altro si debbono concentrare le energie e le risorse: la sicurezza (al primo posto), la prevenzione, il raccordo con Stato e Regioni, il controllo a tappeto delle condizioni di sicurezza delle scuole. Fare della scuola una grande infrastruttura, in tutto il Paese ma soprattutto al Sud: è questo che ci dice oggi il comitato dei genitori sorto a San Giuliano.

Allora, si dedichi il Governo ad affrontare le questioni enormi, i valori in gioco oggi nel sistema italiano di istruzione e formazione, le condizioni materiali, le condizioni istituzionali, le condizioni culturali ed etiche, il lascito del passato, le domande e le sfide di oggi. Questo significa governare, che è un po' più impegnativo che scrivere articoli sulla stampa nazionale.

Lei parla di un docente che sappia ascoltare, ma lei sa che è il Governo che deve consentire agli insegnanti di poterlo fare. Può darsi che nei prossimi giorni questo provvedimento diventi legge dello Stato, nonostante l'opposizione seria che qui è stata condotta, ma esso ha tutte le condizioni per diventare un altro esperimento che finisce nel nulla, appunto come ha scritto domenica Galli della Loggia "un classico buco nell'acqua".

E se si indebolisce la scuola, se resta inconsistente la cultura e la TV accresce l'incultura del Paese, la responsabilità complessiva del Governo è gravissima. Noi non ce ne rallegriamo, perché altra è la nostra visione di governo per la scuola italiana e per il Paese.

Signora Ministro, il suo non è stato fin qui un approccio bipartisan; ha il tempo supplementare da qui in avanti per collocarsi invece in questa condizione di dialogo vero. E non è stata neppure in grado di fare sintesi nella sua maggioranza, dando spazio alle spinte più regressive e ideologiche di essa. Si fermi, rifletta, il tempo c'è, non so per lei, ma sicuramente per la scuola italiana. Noi siamo pronti, come lo siamo stati fin qui, ad assumerci le responsabilità di un confronto vero. (Applausi dai Gruppi Mar-DL-U, DS-U, Verdi-U e Misto-SDI. Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, signora Letizia Moratti.

MORATTI , ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . Signor Presidente, senatrici, senatori, riprendiamo i nostri lavori parlamentari in una giornata di lutto per la scuola italiana: il nostro pensiero va alla scuola elementare di San Giuliano di Puglia, così provata dagli eventi calamitosi che l’hanno colpita. Il nostro pensiero va ai ragazzi, alle loro famiglie, alle maestre, al personale tecnico-amministrativo, a tutti coloro che hanno sofferto, a tutti coloro che con coraggio hanno aiutato gli altri a soffrire di meno.

Abbiamo ammirato, in questi giorni così difficili, la dignità, la forza, il coraggio di tutte le persone che hanno vissuto quella tragedia. Abbiamo assunto l’impegno di stare vicini a tutta la comunità, ai cittadini, a tutte le famiglie, a tutti i ragazzi, per far sì che possano riprendere in condizioni di sicurezza e di serenità quanto prima la scuola, che anche in questo caso si presenta come comunità aggregante in grado di aiutare i giovani a superare un momento così difficile, di alleviare la sofferenza delle famiglie.

È un impegno che abbiamo assunto, e che manterremo. E colgo l’occasione per ringraziare sia la maggioranza che l’opposizione, perché molte sono state le proposte, molti sono stati i suggerimenti che ci sono venuti per far sì che questa tragedia, senza che ci sia un passaggio di responsabilità (che sarebbe profondamente sbagliato in un momento come questo), possa diventare l’occasione per migliorare complessivamente le strutture del nostro sistema scolastico. Lavoreremo con le istituzioni, con gli enti locali, con tutti voi, per far sì che si creino condizioni migliori per tutti, in tutte le nostre scuole.

Veniamo alla discussione di oggi, sulla riforma degli ordinamenti didattici.

La conclusione del comune percorso, credo di poter dire dopo un approfondito dibattito in Commissione e in Aula, per il quale ringrazio tutte le senatrici e tutti i senatori, ci dà l’occasione per riaffermare i contenuti essenziali e i princìpi sui quali si basano le scelte contenute nel disegno di legge di riforma degli ordinamenti scolastici. E la prima riflessione che vorrei fare con voi è che i princìpi, quelli scritti agli articoli 1 e 2 del disegno di legge, non hanno riscontrato vere, sostanziali differenze; e non avrebbe potuto essere diversamente, visto che abbiamo cercato di mantenere, per quanto possibile, rispetto alla mutata cornice istituzionale, il quadro valoriale frutto di un lungo, approfondito dibattito avvenuto nella scorsa legislatura.

Ciò significa che, al di là dei legittimi dissensi e del confronto politico, il Paese rappresentato in quest’Aula può riconoscersi intorno alle scelte di fondo, ai valori di riferimento, alla riaffermazione dell’importanza di questa iniziativa, che si pone l’obiettivo di ridefinire in modo organico, in modo sistematico gli aspetti fondamentali del nostro sistema scolastico e formativo.

Uno dei princìpi generali di fondo, che permea il disegno di legge e che credo possa e debba unirci, è il porre la persona umana al centro dello sviluppo educativo ed il riaffermare l’importanza del patto educativo con le famiglie. Tali princìpi sono richiamati e sviluppati in particolare nei primi due articoli del provvedimento, in continuità con la migliore tradizione pedagogica, sia laica che cattolica, che rappresenta per questo il vero legame unitario del nostro Paese.

La finalità generale del sistema educativo, così come previsto dal disegno di legge è quella infatti "di favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i princìpi sanciti dalla Costituzione".

La scuola quindi ha il compito e l’obiettivo di promuovere l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, garantendo a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali, assicurando a tutti il diritto all’istruzione per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica professionale.

Anche i princìpi fondanti della scuola dell’infanzia, con l’obiettivo della sua generalizzazione, e quelli relativi agli altri cicli sono valori condivisi e comuni alla riflessione legislativa degli ultimi anni e alla storia della scuola italiana.

Con riferimento a questa scuola, trovo opportuna la raccomandazione del senatore Gubert a esplicitare il riferimento allo sviluppo morale e religioso, sempre presenti nelle attività educative e negli orientamenti della scuola dell’infanzia. Così pure l’aver mantenuto l’articolazione tra la scuola del fanciullo e la scuola del preadolescente, scuola elementare e scuola media, rende chiara la volontà di rispettare, secondo la migliore tradizione italiana, i ritmi dell’età evolutiva. Ringrazio il senatore Valditara per essersi soffermato su questo delicato aspetto della riforma.

Dunque, a questi valori e a questa tradizione ci siamo ispirati e mai all’individualismo e mai a criteri aziendalistici ovvero privatistici, come paventato dalla relatrice di minoranza, senatrice Soliani.

Ci ritroviamo invece pienamente nelle riflessioni del senatore Gaburro, che ha colto lo sforzo di concepire un impianto ispirato ai valori solidaristici e umanistici, che valorizza l’apporto della società civile al consolidamento delle istituzioni della Repubblica e consolida la migliore tradizione della nostra storia e della nostra identità.

Né si può rimproverare al Governo alcuna omissione rispetto al dovere di garantire un sistema di istruzione pubblico unitario e di qualità per tutti i cittadini. Infatti, i princìpi ispiratori della legge hanno tenuto conto, come ho già avuto modo di dire, certamente del dibattito culturale e politico che attorno alla riforma dura ormai da trent'anni, come ha opportunamente ricordato in quest'Aula il relatore di maggioranza, il senatore Asciutti.

Ma questa unità di princìpi ispiratori della legge è anche il frutto di esperienze concrete, di sperimentazioni, di tentativi di innovazione di singoli aspetti del sistema, delle iniziative degli insegnanti, delle scuole e della stessa amministrazione. A questo proposito ringrazio il senatore Compagna che ha richiamato in Aula l'orgoglio della nostra amministrazione e il suo valore che condividiamo.

Essa è infine il risultato di una legislazione precedente, che soprattutto negli ultimi anni ha avviato il decentramento e la modernizzazione del sistema, lasciati irrisolti per troppi anni. Nessuna di queste esperienze, locali o nazionali, professionali, amministrative e politiche, è stata trascurata o sottovalutata nell'elaborazione di un testo, il disegno di legge in discussione, che cerca di dare sistematicità, unitarietà e trasparenza agli obiettivi di una scuola che si rivolge e interessa tutti i giovani. Questo risultato, che ritengo il più significativo di tutta l'iniziativa, è certamente la conseguenza di alcune sfide che vorrei in questa occasione richiamare e alle quali siamo tenuti a rispondere, senza più indugi e tentennamenti.

La prima sfida riguarda il nostro rapporto con l'Europa. Anche la scuola deve fare i conti con il contesto europeo e l'accelerazione del processo di integrazione. L'unificazione monetaria è stata un passo importante, ma senza uno sforzo di armonizzazione dei sistemi di istruzione, cioè la creazione di uno spazio educativo comune, anche questo traguardo non sarà sufficiente a porre le basi per costruire un'Europa politica basata su valori e su princìpi condivisi.

Dobbiamo tutti essere consapevoli che per l'integrazione europea è fondamentale una forte convergenza delle politiche educative. Ormai, infatti, il mercato del lavoro attraversa le frontiere. I nostri studenti si confrontano, in termini di qualità e professionalità, con i loro colleghi europei. La competizione, una volta centrata solamente sulle merci e sui prezzi, avviene sempre di più sulle conoscenze, sulle competenze e sulla cultura.

Abbiamo cercato di rispondere a questa sfida in più modi. Il primo riguarda la riaffermazione della nostra tradizione culturale con nuovi piani di studio e un percorso liceale rinnovato. Anche l'Italia si avvia a diventare una società multiculturale e proprio per questo deve impegnarsi, soprattutto attraverso la scuola, a ritrovare quei valori comuni di civiltà che definiscono l'essere cittadino e l'essere italiano ed insieme cittadino dell'Europa. Perché l'incontro tra culture sia veramente fecondo esso deve fondarsi non solo sul rispetto, non solo sulla tolleranza, sulla reciprocità, sulla solidarietà, ma anche sulla coscienza e memoria della propria identità, della propria storia, delle proprie tradizioni. (Applausi dai Gruppi FI, UDC:CCD-CDU-DE, LP e AN).

Un secondo aspetto riguarda la definizione di un canale di istruzione e formazione professionale di pari dignità, di pari prestigio ed efficacia di quello liceale, sicuramente distinto da quest'ultimo, così come auspicato dal senatore Compagna. Questo è il punto che continua, fin dal dopoguerra, ad allontanarci dall'Europa e anche e soprattutto dai bisogni, dalle esigenze di migliaia di ragazzi e di ragazze oggi spesso respinti dal sistema di istruzione formale, che vogliono che venga riconosciuto il loro progetto di vita e di lavoro, senza rigidità e soprattutto senza esclusioni.

Per questo, senatrice Franco, e non per limitare opportunità e garanzie, abbiamo chiamato diritto e non obbligo il loro dovere di dare un contributo alla crescita di se stessi in quanto persone, fino al massimo livello delle loro possibilità e fino ai più alti gradi di istruzione, inclusa quella universitaria.

Senatore Sodano Tommaso, la nostra preoccupazione, è dunque quella di elevare gli standard formativi senza mai precludere a nessuno alcun percorso superiore. La lettera h), dell’articolo 2, stabilisce infatti che anche dalla formazione professionale, previa frequenza di un corso di studi annuale, si possa accedere all’esame di Stato che consente l’iscrizione all’università.

È un punto questo sul quale non rinunciamo ad investire tutte le risorse e le iniziative possibili perché crediamo che solo attraverso la pluralità effettiva dei percorsi di istruzione e formazione possiamo sperare di sconfiggere l’abbandono, la dispersione e lo spreco di risorse umane e professionali che raggiungono nel nostro Paese livelli non più tollerabili.

Su questi aspetti così preoccupanti la situazione non si è modificata, sia prima che dopo l'approvazione della legge n. 9 del 1999 la quale ha affermato un principio che però non si è tradotto in realtà positiva per molti ragazzi: ancora oggi circa 500.000 studenti, sui 3 milioni di studenti dai 15 ai 18 anni, escono dal sistema senza un diploma e senza una qualifica. Abbiamo imparato da questa difficile realtà che non è sufficiente obbligare formalmente i ragazzi a stare a scuola ma che bisogna cambiare le condizione in cui stanno a scuola.

La terza opportunità offerta dal disegno di legge risponde all’esigenza del cambiamento e delle sue caratteristiche. Documenti dell’Unione europea, programmi di molti governi, accordi sindacali, ripetono che vivere in una società dell’informazione e della conoscenza, in un mondo caratterizzato dall’incertezza e dall’aumento della competizione, richiede alle persone di sapere di più e, soprattutto, di essere in grado di continuare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita. Per sviluppare queste capacità bisogna imparare ad imparare.

Il mondo in cui siamo entrati chiede a tutti di far fronte a questi cambiamenti e di fronteggiare i rischi personali che esso comporta e che non riguardano solo la sfera del lavoro. Per affrontare il cambiamento senza troppe difficoltà, la scuola deve garantire a tutti i giovani il possesso di alcune competenze vitali.

I giovani devono saper risolvere i problemi, saper prendere decisioni, avere spirito critico e capacità di trovare soluzioni innovative ad eventi imprevisti, devono sapersi relazionare, devono saper comunicare ed interagire positivamente con gli altri e questo non è sempre quello che avviene. Molte volte i giovani d’oggi vivono in un isolamento, in un disagio latente.

Dobbiamo aiutarli a superare questo isolamento, questo rapporto difficile che hanno con il mondo degli adulti; dobbiamo aiutarli ad avere un concetto di sé, delle proprie capacità, anche dei propri limiti, a saper gestire le proprie emozioni, a saper far fronte alle proprie ansie, alle proprie difficoltà, alle paure, alle incertezze tipiche dell’età adolescenziale; dobbiamo aiutarli a saper scegliere, a saper valutare, a saper sopportare gli insuccessi ed anche a saper gestire i successi. Dobbiamo aiutarli ad assumere responsabilità: la responsabilità del proprio comportamento(Brusìo in Aula).

 

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di essere più cortesi nei confronti del Ministro e di permetterle di parlare in un contesto più silenzioso.

 

MORATTI, ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Per questo, tra l’altro, abbiamo introdotto la valutazione del comportamento che corregge una pedagogia permissiva e poco attenta allo sviluppo delle competenze relazionali degli allievi.

Ringrazio i senatori Compagna e Valditara, che apprezzano e condividono tale scelta. Da questo punto di vista, l’esperienza scolastica appare importante, non tanto e non solo per la quantità di conoscenze acquisite, ma anche per la capacità di affrontare nuovi compiti e nuove realtà.

Per tale motivo sperimentare il successo nel processo di apprendimento è la condizione essenziale perché sia possibile continuare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita. Da questo punto di vista, lo stare a scuola disgiunto dal successo educativo è un nonsenso.

Un processo di sviluppo che ponga le premesse per una continua capacità di apprendimento lungo tutto l’arco della vita deve essere fatto di esplorazione, di esperienze, di assunzione di impegni, della capacità di progettare, della costruzione del senso di autostima, come ha giustamente sottolineato il senatore Brignone. Ciò può avvenire in una scuola profondamente rinnovata; l’importante, come ha auspicato anche lei, senatrice Franco, è che i giovani imparino a cambiare lavoro; sappiano continuare ad imparare, a gestire la propria prospettiva professionale in un contesto mutevole affinché possano sempre rimanere occupabili.

Se non si vuole consegnare una parte dei giovani ad un destino di esclusi, bisogna offrire loro relazioni di insegnamento e di apprendimento che li aiutino, in primo luogo, a diventare persone autonome, responsabili, consapevoli e sicure di sé.

Per questo i percorsi formativi debbono essere personalizzati, ma soprattutto flessibili attraverso un’organizzazione dei piani di studio che contempli la possibilità di differenziare lo studio e la formazione nei contenuti, nella durata e nei percorsi.

Ecco perché abbiamo valorizzato al massimo la dimensione e lo strumento dell’orientamento e della reversibilità delle scelte. I ragazzi devono sapere che qualsiasi segmento del percorso potrà e dovrà costituire un credito spendibile in ogni momento della loro vita formativa e professionale. Ovviamente, ciò comporta elevare la parte irrinunciabile dei saperi di base e di cittadinanza che debbono essere garantiti a tutti in qualsiasi percorso di istruzione e formazione professionale, anche superando la tradizionale dicotomia e separazione tra percorsi di formazione e di istruzione. In questo senso credo vada accolto il suggerimento della senatrice Soliani di percorsi integrati che superino questa dicotomia.

Un’altra modalità che speriamo possa diventare presto un efficace strumento del sistema è l’alternanza tra scuola e lavoro. Partendo da questi presupposti abbiamo dato nuovo impulso ai percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore, attraverso accordi di strategica importanza con le Regioni.

Un nuovo impulso daremo anche all’educazione degli adulti, in modo da rispettare quanto contenuto nel Patto per l’Italia, così come richiamato dal senatore Favaro, che per la prima volta vede la formazione come elemento strategico nelle politiche di creazione del lavoro.

Tornando al tema dell’alternanza, questa sta a significare che la sequenza formazione-lavoro, che è quella per la quale prima si va a scuola e poi si va a lavorare mettendo in pratica ciò che si è imparato, deve essere rivista in favore di un processo circolare e interattivo. L’idea è che si possa imparare facendo, sia perché è nel fare stesso che si attivano i processi di apprendimento, di scoperta, di innovazione, sia perché soltanto un fare reso consapevole può essere continuamente migliorato e innovato.

L’alternanza è una proposta didattica rivolta a tutti i ragazzi della secondaria, che se in qualche caso potrà costituire una vera alternativa al percorso formale, in tutti i casi potrà costituire una modalità originale di accostarsi al mondo produttivo e civile, maturando senso di appartenenza, coscienza civile, solidarietà sociale ed anche sperimentando percorsi che poi potranno dar luogo ad opportunità di lavoro meglio conosciute perché già sperimentate.

Infine, per vincere la sfida della modernizzazione e dell’integrazione in Europa puntiamo alla generalizzazione sin dai primi anni di scolarità dell’insegnamento dell’inglese come lingua veicolare per tutti, strumento di comunicazione che segnerà nei prossimi anni la più importante differenza dei cittadini sul mercato del lavoro e delle comunicazioni. A questa scelta si aggiunge lo studio di un’altra lingua comunitaria, a partire dalla scuola secondaria di primo grado.

Non ci potrebbe essere modernizzazione, inoltre, senza un adeguato investimento sull’introduzione delle nuove tecnologie, come strumento per l’insegnamento delle discipline: più lingue e più tecnologia come strumenti di democrazia e di equità sociale; un modo concreto per affermare un effettivo diritto allo studio nella società della conoscenza.

In questo senso, senatrice Franco, porteremo al sistema le varie sperimentazioni, compresa quella dell’insegnamento musicale, che in questi anni sono state attivate ma che interessano un numero ancora troppo modesto di scuole.

La seconda sfida è più complessa: entriamo dopo il Novecento, dopo la fase in cui i sistemi scolastici hanno subìto la travolgente domanda di istruzione che ha consentito il passaggio da una scuola di élite ad una scuola di massa, in una fase in cui debbono prevalere gli aspetti qualitativi.

Non è più sufficiente sapere che i ragazzi si iscrivono a scuola; bisogna che il percorso che viene proposto abbia un significato personale per ciascuno di loro e per il loro progetto di vita e di lavoro che intendono realizzare. I ragazzi e le loro famiglie credono che l’istruzione sia una risorsa fondamentale; il miglioramento dei livelli di reddito delle famiglie, il progressivo venire meno di vincoli economici, la decisione di far proseguire gli studi ai figli insieme alla consapevolezza diffusa che l’istruzione sia una carta importante da giocare per lo sviluppo professionale hanno modificato in maniera radicale i comportamenti nei confronti dell’istruzione. Alla decisione di proseguire gli studi, purtroppo, però non sempre seguono, come ragazzi e famiglie richiederebbero, risultati scolastici che consentono di completare il ciclo ed arrivare al diploma o alla qualifica ovvero ad una seria competenza spendibile sul mercato del lavoro.

La scuola, per essere di massa e di qualità per tutti e per ciascuno, ha quindi bisogno di alcune scelte che stiamo compiendo con questo provvedimento: innanzitutto, modificare sostanzialmente la struttura e la natura della decisione legislativa che non può più essere, come nel passato, una dettagliata e rigida elencazione di norme amministrative ma deve essere un quadro di principi generali e di indirizzi per l’attuazione di politiche nazionali, di progetti che possono e devono trovare concreta attuazione a livello locale, a livello di ogni singola istituzione scolastica inserita nel suo territorio.

Questo, peraltro, ci è imposto, come è stato ricordato dal dibattito dai senatori Favaro e Brignone, dalla stessa Costituzione, riformata dalla legge n. 3 del 2001 che assegna allo Stato, come già nell’articolo 33 della Costituzione, la definizione delle norme generale e dei livelli essenziali di prestazione del sistema e attribuisce gli enti locali e alle scuole compiti assolutamente inediti per un sistema nato secondo un modello centralistico, burocratico ed uniforme.

Per questo, i nuovi compiti degli enti locali in materia di istruzione e formazione, la tenuta del sistema locale e nazionale, la allocazione di risorse umane e finanziarie, secondo principi di equità e sussidiarietà, come opportunamente richiamato dal senatore Brignone, sono divenuti una priorità nella riflessione e nel confronto istituzionale ed amministrativo.

Gli stessi programmi tradizionali, che rappresentavano l'uniformità centralistica, vengono superati da questo disegno di legge, che pone invece le basi per la personalizzazione dei piani di studio. Ne consegue che non sono gli studenti che debbono adeguarsi all'istituzione, ma l'istituzione che deve essere messa in condizione di rispondere efficacemente ai bisogni degli studenti; dunque, i piani di studio personalizzati, come ha giustamente evidenziato la senatrice Bianconi, pur con i vincoli nazionali, che tutti devono rispettare e che lo Stato deve indicare per obbligo costituzionale, con il dovuto spazio alla quota regionale accanto alla responsabilità progettuale delle istituzioni scolastiche e degli insegnanti.

In secondo luogo, la valorizzazione dell'autonomia e della responsabilità delle istituzioni scolastiche, le quali sono oggi riconosciute dalla stessa Costituzione. Ai senatori D'Andrea e Cortiana, che hanno insistito su questo aspetto, vogliamo anzitutto dire che il Governo non ha mai inteso mettere in discussione questo principio e la sua realizzazione. Intendiamo dimostrarlo emendando, secondo le vostre indicazioni, quel punto del disegno di legge che richiama l'autonomia delle istituzioni scolastiche.

Sappiamo anche però che tutto ciò impone, di conseguenza, una profonda revisione del ruolo e del funzionamento dell'Amministrazione centrale e delle sue articolazioni periferiche, chiamate non più a gestire la scuola, ma a governarla attraverso norme generali e controlli di qualità. Per questo stiamo investendo nell'istituzione di un sistema di valutazione come garanzia di unitarietà, di efficacia e trasparenza dell'attività delle scuole.

In terzo luogo, la definizione di nuove risorse per finanziare il rinnovamento del sistema scolastico. È un tema che non può essere eluso, senatore D'Andrea, ma proprio perché riguarda un investimento che troverà una copertura programmata man mano che verranno emanati i decreti attuativi della legge delega, come ribadito nell'ordine del giorno voluto dalla maggioranza e accolto dal Governo, è indispensabile predisporre un quadro di riferimento di obiettivi chiari.

Non si tratta, infatti, come ha giustamente fatto rilevare il senatore Favaro, solamente di aggiungere nuove risorse a quelle esistenti, ma di cambiare anche i criteri di gestione, di individuare i centri di spesa, di valutare l'efficacia di ogni investimento e di sperimentare nuovi modelli di amministrazione delle risorse che ne garantiscano la massima efficienza. Tutto ciò è imposto all'Italia come a tutti i Paesi industrializzati, proprio per la dimensione, l'estensione e la complessità del sistema, dove si sono moltiplicati i soggetti responsabili della spesa.

Infine, la promozione della professionalità dei docenti, richiamata con forza nel dibattito dalle puntuali analisi e proposte della senatrice Bianconi. Con il provvedimento in discussione affrontiamo alcuni aspetti legati a questa problematica, prevedendo un nuovo sistema di formazione iniziale che superi il vecchio e generico modello concorsuale, valorizzi sia i contenuti disciplinari che quelli tipici della professione di insegnamento e introduca il tirocinio obbligatorio con valutazione finale da parte delle scuole per l'abilitazione all'insegnamento. Anche in questo caso l'Italia si avvicina alle migliori esperienze europee di valorizzazione della professione docente.

Siamo altresì consapevoli che questi interventi non saranno sufficienti a raggiungere l'ambizioso obiettivo di favorire il passaggio da una condizione spesso, purtroppo, impiegatizia dei docenti a quella professionale. In tal caso consideriamo preziose le indicazioni e le proposte che già da questo dibattito stanno emergendo.

Peraltro, senatrice Manieri, nell'atto di indirizzo rivolto all'ARAN per il rinnovo del contratto di lavoro degli insegnanti abbiamo indicato l'obiettivo di raggiungere gli standard professionali e retributivi europei come un traguardo di questa tornata contrattuale. Per il primo biennio economico sono già state indicate le cifre per una giusta rivalutazione economica degli stipendi dei docenti. In questo modo, e attraverso specifici istituti contrattuali per la docenza, senatore Cortiana, pensiamo di rimotivare i docenti alla loro funzione.

Senatrici, senatori, a conclusione di questo dibattito che ha migliorato, con significative integrazioni ed emendamenti non trascurabili della maggioranza e dell'opposizione, il testo originario, ci resta la preoccupazione di rispondere con tempestività alla domanda che viene dalle famiglie, dall'amministrazione, dagli enti locali che richiede la definizione di un quadro di riferimento di princìpi, di criteri e di contenuti sui quali operare le indilazionabili scelte operative.

Sappiamo che non pochi sono gli aspetti di criticità ancora aperti, data la complessità, la vastità e la profondità del mutamento che ci accingiamo ad operare nel nostro sistema di istruzione e formazione. Sappiamo anche, come bene ha detto il senatore Compagna, che l'azione di Governo non può esaurirsi esclusivamente in questa legge; altre azioni e altri interventi il Paese si aspetta non solo nel campo dell'istruzione ma anche dell'università e della ricerca.

La discussione di oggi è pertanto solo il primo passo, per quanto importante, di un processo che avrà le sue prove decisive sia nella normativa di attuazione (i decreti legislativi) sia nella capacità di tradurre i princìpi e i valori che abbiamo descritto in realtà effettiva, in una cultura della progettazione e della realizzazione. Il vero cambiamento, infatti, non è solo nei contenuti della riforma, ma nella capacità di tutti i soggetti coinvolti di tradurre questo orientamento in un cambiamento continuo e continuamente sottoposto a valutazione e a verifica.

Possiamo comunque assicurare il Senato, e in particolare il senatore Monticone, che tutti i passaggi successivi all'approvazione di questo disegno di legge saranno aperti al contributo puntuale del Parlamento, in modo che vi sia la partecipazione reale e il massimo controllo della coerenza delle scelte rispetto ai princìpi e ai criteri che ispirano la decisione di oggi. (Applausi dai Gruppi FI, UDC:CCD-CDU-DE, AN, LP e del senatore Carrara. Molte congratulazioni).

PRESIDENTE . La ringrazio, signora Ministro.

Colleghi, prima di procedere oltre nell'esame del provvedimento consentitemi, a titolo personale e a nome dell'intera Assemblea, di rivolgere un saluto di benvenuto e di formulare un augurio di buon lavoro al senatore, professor Luciano Modica, che è presente in quest'Aula e che è stato eletto in sostituzione del senatore Berlinguer nel collegio di Pisa. (Applausi).

Passiamo ora all'esame degli ordini del giorno, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore e la rappresentante del Governo a pronunziarsi.

ASCIUTTI , relatore . Esprimo naturalmente parere favorevole sugli ordini del giorno G1 e G2, presentati dalla Commissione.

Il parere sull'ordine del giorno G3 è favorevole a condizione che il proponente accolga la seguente riformulazione del dispositivo, impegnando il Governo: "a prevedere, nelle indicazioni per la formulazione dei piani di studio all'interno dell'educazione alla convivenza civile, il percorso formativo e didattico illustrato in premessa".

 

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accoglie la riformulazione testé indicata.

CENTARO (FI). Signor Presidente, accetto la riformulazione. Colgo l'occasione per segnalare che al primo capoverso della premessa dell'ordine del giorno, dopo la parola "legalità", devono inserirsi le seguenti: "deve ritenersi indispensabile per il", sopprimendo conseguentemente le parole "nonché del".

ASCIUTTI , relatore . Il relatore è d’accordo sulla riformulazione indicata dal senatore Centaro.

Per quanto riguarda infine l’ordine del giorno G4, esprimo parere contrario in quanto l’articolo 29 del decreto legislativo n. 165 del 2002 non consente l’accoglimento di un ordine del giorno come quello che vede come primo firmatario il senatore Lauro, che tende a modificare una legge vigente.

 

MORATTI, ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

PAGANO (DS-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PAGANO (DS-U). Signor Presidente, sull’ordine del giorno G1 vorrei un chiarimento.

Comprendo perfettamente il parere favorevole espresso sia dal relatore che dal ministro Moratti, ma vorrei sottolineare all’Aula una contraddizione.

Il Governo non può dare un assenso a quanto ivi indicato, se non come petizione di principio per richiami a venire, perché l’ordine del giorno invoca un impegno nella legge finanziaria per il 2003 addirittura per oltre 19.000 miliardi di lire a sostegno di un lungo elenco di interventi che, come direbbe Catalano, concerne cose chiare e ovvie per tutti e sulle quali possiamo essere tutti d’accordo, quando nello stesso progetto di legge finanziaria nel fondo speciale di parte corrente (Tabella A) e in conto capitale (Tabella B) vengono tagliati pesantemente i fondi proprio sulle leggi future di spesa.

Ora, è vero che un ordine del giorno non si nega a nessuno e il senatore Valditara può essere contento del fatto che sia stato accolto, visto che ne è stato il promotore, e comprendo anche che in questo modo la maggioranza si mette il cuore in pace esprimendo nell’ordine del giorno ciò che non ha potuto esprimere in discussione generale, cioè le intenzioni che si vorrebbe fossero presenti in questo provvedimento ma che non è stato possibile includere, ma mi chiedo come faccia il Governo ad accogliere un ordine del giorno in cui si chiede di attuare in finanziaria ciò che non è stato previsto, vale a dire una postazione congrua di fondi con tale destinazione. Vorrei un chiarimento in tal senso. (Applausi dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U, Misto-SDI e del senatore Zavoli).

ASCIUTTI , relatore . Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ASCIUTTI, relatore. Signor Presidente, l’articolo 1 del disegno di legge - e sarà bene rileggerlo - al comma 3 stabilisce che, per la realizzazione delle finalità della presente legge, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca predispone, entro novanta giorni dalla data dell’entrata in vigore della legge medesima, un piano programmatico di interventi finanziari.

Pertanto, l’ordine del giorno, nel testo che ha trovato d’accordo sia il relatore che il Governo, rappresenta chiaramente un impegno di legislatura.

 

PAGANO (DS-U). Non è così, c'è un riferimento alla legge finanziaria!

PRESIDENTE . Senatrice, prendo e do atto, naturalmente.

 

(E' pervenuta alla Presidenza la seguente richiesta di aggiunta di firme: all'ordine del giorno G3 (testo 2) dai senatori Calvi, Maritati, Fassone, Ayala, D'Ippolito, Zancan, Cavallaro e Bobbio Luigi)

 

Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G1, G2 e G3 (testo 2) non verranno posti in votazione. L'ordine del giorno G4 si intende ritirato.

Invito la senatrice segretario a dare lettura dei pareri espressi dalla 5a e dalla 1a Commissione permanente.

 

Presidenza del vice presidente FISICHELLA

 

DENTAMARO, segretario: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo e i relativi emendamenti trasmessi, ad eccezione degli emendamenti 3.802. 7.761, 7.764, 7.766, 7.768, 7.769 e 7.772, per quanto di propria competenza, esprime parere di nulla osta sul testo, nonché parere di nulla osta sugli emendamenti 1.276, 1.2000, 1.2001, 1.2002, 2.253, 2.254, 2.255, 2.256, 2.257, 2.258, 2.262, 2.263, 2.264, 2265, 2.269, 2.275, 2.276, 2.280, 2.281, 2.288, 2.289, 2.290, 2.291, 2.292, 2.293, 2.294, 2.295, 2.334, 2.363, 2.424, 2.448, 4.620, 5.659, 5.660, 5.661, 5.662, 5.663, 5.664 e 5.665 a condizione che, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, vengano soppresse le relative clausole di copertura e sull’emendamento 1.278 a condizione che, ai sensi della medesima norma costituzionale, vengano soppresse le parole: ", a decorrere dalla dichiarazione dei redditi delle persone fisiche relativa ai redditi per il 2003,".

Esprime, altresì, parere contrario, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, sugli emendamenti 2.202, 5.601 e 7.601, per l’entità delle quantificazioni degli oneri ivi indicate, nonché sugli emendamenti 1.4, 7.3, 7.661, 7.662, 7.663, 7.664, 7.665, 7.52, 5.800, 2.203, 2.252 (limitatamente al secondo periodo e alla relativa clausola di copertura finanziaria), 3.801, 4.601, 5.602, 7.1, 7.643, 7.659, 7.660, 7.775 e sulla lettera e) delle disposizioni di copertura relative agli emendamenti 1.0.1, 1.0.2, 1.0.3 e 1.0.4.

Esprime, infine, parere contrario sulle restanti parti degli emendamenti 1.0.1, 1.0.2, 1.0.3, 1.0.4 e sull’emendamento 4.0.100, nonché parere di nulla osta sui restanti emendamenti esaminati."

"La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti 3.802, 7.761, 7.764, 7.766, 7.768, 7.769 e 7.772, per quanto di propria competenza, esprime parere contrario, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione".

"La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti 2.202 (testo2), 5.601 (testo2) e 7.601 (testo2), per quanto di propria competenza, esprime parere contrario".

"La 1a Commissione permanente, esaminati gli emendamenti al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo, non riscontrando negli stessi profili meritevoli di rilievi per quanto attiene al riparto delle competenze tra lo Stato e le regioni".

"La Commissione, esaminati gli ulteriori emendamenti al disegno di legge in titolo, da 3.3 a 7.777, esprime, per quanto di competenza, un parere contrario sull’emendamento 6.4, il quale determinerebbe una impropria equiparazione fra le regioni a statuto speciale e le altre regioni.

Invita altresì l’Assemblea a porre particolare attenzione all’emendamento 6.102, soppressivo del comma 2, sul quale pertanto esprime un parere favorevole.

Esprime, infine, un parere non ostativo sui rimanenti emendamenti".

 

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, come voi sapete, è prevista per le ore 18 la votazione finale, mediante procedimento elettronico, del collegato sulla pubblica amministrazione.

Poiché mancano cinque minuti alle 18, potremmo iniziare l'illustrazione degli emendamenti, per poi sospenderla brevemente, procedere alla votazione in questione e quindi riprenderla subito dopo. Poiché non si fanno osservazioni, così rimane stabilito.

Procediamo dunque all'esame degli articoli del disegno di legge n. 1306, nel testo proposto dalla Commissione.

Passiamo all'esame dell'articolo 1, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

ACCIARINI (DS-U). Signor Presidente, questi emendamenti che recano la mia come prima firma riguardano l’articolo che prevede la delega al Governo e le relative conseguenze.

Come prima osservazione, signora Ministro, proprio in relazione al tema della delega mi dichiaro molto insoddisfatta della sua replica. Abbiamo avuto l’impressione più della lettura di una relazione che di una messa a punto dei temi che sono stati affrontati in un dibattito, sia in Commissione sia in Aula… (Brusìo in Aula). Signor Presidente, le chiederei di fare qualcosa, perché è proprio impossibile parlare.

 

PRESIDENTE. Contemporaneamente mi stanno segnalando modifiche agli emendamenti e quindi devo fare altre cose, purtroppo. Fra l'altro, mi stavo occupando proprio dell’emendamento di cui lei è prima firmataria.

Colleghi, vi prego. Senatrice Acciarini, prosegua il suo intervento.

 

ACCIARINI (DS-U). Stavo facendo riferimento al dibattito sia in Commissione che in Aula e, per quanto riguarda il primo, mi voglio associare al riconoscimento unanime che è stato dato al presidente Asciutti per la conduzione dei lavori della 7a Commissione.

Devo dire però che sono stati sollevati temi molto significativi, signora Ministro, che richiedono interlocuzione tra il Governo e il Parlamento della Repubblica. Il tema delle scelte condivise ci trova molto sensibili, e vogliamo dare, attraverso questi emendamenti, un segnale di quella che secondo noi è la strada per raggiungere questo obiettivo.

La prima, signora Ministro, è proprio quella di ritirare la delega. È stato detto molto e bene sul tema della costituzionalità della legge delega da coloro che sono intervenuti in sede di eccezioni. Io le vorrei sottolineare un altro discorso, che non è di natura strettamente giuridica ma è invece, se vogliamo, di opportunità politica e istituzionale. (Brusìo in Aula. Richiami del Presidente). Sottrarre alla piena discussione del Parlamento la legge sulle norme generali dell’istruzione è veramente grave, perché dimostra poca fiducia nel confronto.

Le voglio anche indicare con precisione un elemento che mi rende particolarmente critica e particolarmente critici rende tutti noi dell’Ulivo nei confronti di questa delega; questa spia di difficoltà è comparsa ieri sera nell’intervento del senatore Valditara.

Per quale motivo siamo molto preoccupati di questa delega? Perché sappiamo che sulla base di essa il Governo emanerà decreti legislativi, che hanno forza di legge, che - vorrei ricordarlo - è diversa dalla delega regolamentare, che spesso e volentieri per leggi sulla scuola, i Governi di centro-sinistra hanno avuto da leggi approvate nella trascorsa legislatura.

Voglio sottolineare che ieri sera, tra i meriti di questa legge delega, il senatore Valditara (non so se se ne è accorto e se l'ha fatto volutamente) ha citato l'introduzione del maestro prevalente nella scuola elementare. Ho letto molte volte il disegno di legge n. 1306 e non ho trovato nulla di tutto ciò; lo trovo invece nella sperimentazione che lei, signora Ministro, ha ritenuto di avviare e su cui ci siamo spesso pronunciati, ma nel testo al nostro esame non c'è nulla in proposito.

Allora, se il senatore Valditara, in sede di discussione generale, afferma che c'è il maestro prevalente vuol dire che la vostra delega la interpretate veramente nella maniera più dannosa alla condivisione delle regole, perché farete passare nei decreti legislativi punti molto importanti non contenuti nel provvedimento di delega, che dovevano invece essere discussi dal Parlamento.

Ho fatto questo esempio, signor Ministro, proprio per dirle che questo ci trova molto preoccupati ed inquieti. D'altra parte, il riferimento alla Costituzione, al patto costituzionale che noi abbiamo richiamato più volte è il primo terreno su cui maggioranza e minoranza possono trovare la strada del dialogo e della discussione. Se non si rispetta il patto comune costituzionale è ben difficile poi trovare scelte condivise.

Parlo di patto costituzionale disatteso proprio perché, rispetto ai temi che abbiamo avanzato in questi giorni, sembra che per voi non sia vero quanto detto dal presidente Ciampi molto bene, con un'osservazione che a me è piaciuta molto (ma credo sia piaciuta a tutti), quando ai ragazzi che iniziavano l'anno scolastico ha raccomandato di leggere la Costituzione perché è un testo bello e moderno. Invece abbiamo avvertito - e si rileva anche in altri punti del testo - una volontà di considerarlo antiquato, da modernizzare e da ridefinire. Ma allora (vorrei essere chiara) il termine di ridefinizione dell'obbligo scolastico attraverso una legge ordinaria è proprio una violazione del patto costituzionale. Proprio per questo noi siamo preoccupati.

Abbiamo richiamato, nell'emendamento 1.4, una legge vigente dello Stato. L'altro terreno comune, l'altra regola bipartisan, signora Ministro, è rispettare le leggi vigenti nel Paese quando si ricopre una carica dell'importanza e del rilievo di quella da lei assunta.

Quando lei è diventata Ministro della pubblica istruzione vigevano due leggi pubblicate nella Gazzetta Ufficiale, la n. 9 del 1999 sull'obbligo scolastico e formativo e la n. 30 del 2000 sul riordino dei cicli scolastici. Lei si è assunta la gravissima responsabilità, nuova per i ministri della Repubblica, di non applicare leggi vigenti. È grave, perché in riferimento alla legge n. 30 erano già stati compiuti tutti i successivi atti parlamentari, richiamati anche nel nostro emendamento, previsti per definire la sua attuazione. (Diffuso brusìo in Aula. Richiami del Presidente).

Queste leggi vigenti sono state disattese, non solo la n. 30, la cui applicazione comunque partiva dall'anno scolastico 2001-2002, ma anche la legge n. 9 del 1999: una legge pienamente vigente, applicata nelle scuole della Repubblica italiana, che è stata da lei disattesa. Con i protocolli con le Regioni governate dalla Casa delle libertà lei ha tentato di aggirare questa legge e in molti casi non le è andata bene, perché la regione da cui io provengo, il Piemonte, come lei sa bene si sta avviando a non applicarli, se non forse in una sola realtà. Il rispetto delle leggi vigenti è il primo terreno dell'accordo bipartisan.

Ho una lunga esperienza nel settore della scuola, ho conosciuto tanti Ministri della pubblica istruzione ma nessuno ha mai messo in discussione l’applicazione delle leggi vigenti. A volte, si potevano avere delle discussioni sull’interpretazione, ma non si è mai affermato che una legge non doveva essere applicata o che doveva essere aggirata.

La legge sull’obbligo scolastico, la legge n. 9 del 1999 - sono contenta che lei parli piacevolmente con la senatrice Siliquini, signora Ministro - prevede che l’obbligo scolastico si assolva, appunto, nella scuola con percorsi di integrazione e con la formazione professionale esistenti, che sono già in atto.

Se invece di snocciolare soltanto statistiche e dati negativi sulla scuola il Governo guardasse cosa sta accadendo veramente nelle scuole, per esprimere - per carità - un giudizio sereno e non inutilmente entusiastico ma certamente attento anche agli sforzi e alle capacità che le scuole stanno mettendo in campo proprio in questo settore forse, più che snocciolare delle statistiche negative - lo ripeto - si direbbe, per esempio, che il tasso di scolarità si è innalzato anche negli anni successivi al primo di adempimento dell’obbligo scolastico. Questo, forse, signora Ministro a lei, in quanto Ministro dell’istruzione, dovrebbe interessare.

Noi siamo preoccupati anche per questo, per il non rispetto del patto costituzionale, delle leggi vigenti ed infine (e non è secondario), lo ha citato poco fa la collega Pagano, per il problema relativo alle risorse. Questo è l’altro terreno sul quale siamo con lei, perché coloro che amano la scuola e in essa credono sono d’accordo sul fatto che ci voglia uno sforzo molto elevato, un piano di investimenti di grande portata nel settore della scuola.

Purtroppo, i fatti luttuosi di questi giorni ci hanno anche imposto di pensare, giustamente, ad un piano straordinario specifico sull’edilizia scolastica per cui speriamo che nella finanziaria ci sia almeno il rispetto di quelle linee indicate già da una legge importante quale la legge n. 23 del 1996 con i relativi stanziamenti previsti nei bilanci e nelle finanziarie di quegli anni.

Tutta la scuola però necessita di questo piano straordinario, di queste risorse perché, onorevole Ministro, noi possiamo anche discordare su dei punti sui quali probabilmente ci sono idee differenti (questo è normale) ma la nostra preoccupazione si accresce quando si vedono intaccati diritti come, per esempio, i diritti dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze relativi all’istruzione, diritto che come lei sa è riconosciuto anche in sede internazionale.

Si parla di istruzione - cari colleghi - non di formazione; istruzione e formazione non sono sinonimi e non lo diventano per volontà politica. Sono due cose diverse, entrambe significative ed importanti per tutti ma forse bisogna pensare che intervengono in momenti diversi nella vita delle persone e con delle modalità che permettono a ciascuna specie di esaltare la propria caratterizzazione senza soluzioni incerte, confuse e pasticciate.

Il senso complessivo di quanto sto dicendo è che questo punto richiede comunque che se si toccano i diritti si deve avere chiarezza circa le risorse previste per accompagnare il processo di trasformazione.

Noi tutto questo non lo troviamo, signor Ministro. Per questo motivo invitiamo ad esaminare con serietà gli emendamenti da noi presentati perché indicano i riferimenti che le ho detto: il patto costituzionale, le leggi vigenti e la ricerca di risorse ai fini di far migliorare e far avanzare il sistema educativo, scolastico e formativo nel nostro Paese… (il microfono si disattiva automaticamente).

 

PRESIDENTE. Senatrice Acciarini, le consento un altro minuto.

 

ACCIARINI (DS-U). Sto concludendo, signor Presidente.

Se non ci sono questi punti, ritengo non si stia lavorando nella direzione che invece a parole si vuole sostenere. (Applausi dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U e Misto-Com).

PRESIDENTE . Come stabilito, sospendiamo l’esame degli emendamenti presentati all’articolo 1 per passare alla votazione finale del disegno di legge n. 1271.

...

si omette la votazione del disegno di legge n. 1271

...

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

PRESIDENTE . Riprendiamo l’illustrazione degli emendamenti presentati all’articolo 1 del disegno di legge n. 1306.

CORTIANA (Verdi-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CORTIANA (Verdi-U). Signor Presidente, poiché la Commissione bilancio ha espresso, nei confronti di diversi emendamenti presentati al disegno di legge da parte dell’opposizione, un parere di nulla osta a condizione che vengano soppresse le relative clausole di copertura, vorrei comunicare, a nome di tutta l’opposizione, dalla Margherita fino a Rifondazione comunista, che tale condizione è accettata e che quindi le relative clausole di copertura debbono intendersi soppresse.

PRESIDENTE . Ne prendiamo atto.

Proseguiamo pertanto nell’illustrazione degli emendamenti all’articolo 1.

D'ANDREA (Mar-DL-U). Signor Presidente, desidero illustrare gli emendamenti aggiuntivi all’articolo 1, relativi alla copertura finanziaria del complesso di norme regolamentate dall’articolo 1 della proposta di legge.

In sede di discussione generale, abbiamo eccepito, come è noto, che il disegno di legge non ha una copertura adeguata, tranne un riferimento di copertura, peraltro flessibile, legato al meccanismo dell’anticipo delle iscrizioni alla scuola dell’infanzia e a quella elementare.

Ho ascoltato la replica del Ministro e capisco che le difficoltà che si incontrano in sede di legge finanziaria l’abbiano indotta a questo approccio piuttosto prudente sulla possibilità di far ricorso a nuove risorse finanziarie. Il Ministro ed i colleghi della maggioranza vorranno però convenire che, se vogliamo potenziare e qualificare l’offerta formativa della scuola dell’infanzia, potenziare l’offerta di istruzione e formazione continua e realizzare realmente dei progetti di formazione continua dei docenti che accompagnino, tra l’altro, la realizzazione di questa riforma, è necessario prevedere delle risorse finanziarie ad hoc. Proprio per questo, con i nostri emendamenti proponiamo risorse finanziarie e indichiamo anche il capitolo da cui prelevare queste medesime risorse.

Ci rendiamo conto che per coprire le spese relative alla riforma della scuola bisognerà lasciare scoperta qualche altra spesa che si ipotizza di fare ma riteniamo che così si dimostra la volontà di rendere centrale l’attenzione per la scuola e per i problemi della formazione all’interno delle politiche del Governo. Ecco perché insistiamo su questo pacchetto di emendamenti.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed la rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ASCIUTTI , relatore . Esprimo parere contrario sugli emendamenti 1.200, 1.3, 1.500, 1.121, 1.5, 1.202, 1.7, 1.204, 1.205, 1.206, 1.207, 1.208, 1.209, 1.210, 1.211, 1.212, 1.213, 1.214, 1.215, 1.216, 1.217, 1.218, 1.219, 1.220, 1.221, 1.222, 1.223.

Esprimo parere contrario sull’emendamento 1.4, tendente a modificare la legge n. 30, di cui apprezzo la proposta di rendere obbligatorio l’ultimo anno della scuola materna: del resto, era nell’intenzione, rimasta irrealizzata, dell’allora ministro Berlinguer anticipare l’obbligo scolastico e la scuola elementare al quinto anno; apprezzo inoltre che al comma 3-ter, a dire il vero, questo emendamento propone di rifarsi a decreti d’iniziativa del Governo. Chiaramente comprendiamo che anche e soprattutto nella scuola non si possono concentrare tutte le necessarie modifiche in questa occasione che quindi devono essere demandate al Governo.

Sono contrario sull’emendamento 1.224, presentato dal senatore Cortiana, ma faccio notare che quanto alla legge n. 30 sulla quale si è detto che il Governo è stato inadempiente, è opportuno capire di quale Governo si tratti, di questo o di quello precedente. Dall’anno 2000 al maggio 2001, vi è stato infatti tutto il tempo per dare attuazione alla legge n. 30.

Quanto poi al fatto che lei affermi che nella XIII Legislatura in Commissione si sia ampiamente discussa la legge n. 30, faccio presente che nella 7a Commissione ciò non è avvenuto; non si è minimamente discussa in modo approfondito tanto che la discussione in Commissione non è stata completata e il disegno di legge è giunto all'esame dell'Assemblea senza relatore. Tutti ricordiamo questo. Quindi, affermare che la legge n. 30 fu ampiamente discussa in Parlamento non corrisponde al vero.

Del resto l'apprezzo per aver dichiarato, a proposito di edilizia scolastica, la disponibilità del suo Gruppo a coinvolgere oltre al pubblico anche il privato, come avviene in Inghilterra. Rendere l'edilizia scolastica un intervento importante e - perché no? - anche appetibile a privati può contribuire ad evitare nel futuro quanto in questi giorni è avvenuto e che potrebbe verificarsi anche in altre parti del Paese. Di questo la ringrazio.

Esprimo, infine, parere contrario su tutti i restanti emendamenti presentati all'articolo 1, ad esclusione dell'emendamento 1.263, su cui il parere è favorevole. Parere ugualmente contrario su tutti gli emendamenti tendenti ad aggiungere articoli aggiuntivi dopo l'articolo 1.

 

MORATTI, ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE . Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.200, identico agli emendamenti 1.3 e 1.500.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

D'ONOFRIO (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, mi sembra che, dopo le cose dette in questi giorni, sarebbe un fatto di decenza istituzionale se nei banchi del centro-sinistra si spegnessero le luci che servono solo per prendere soldi.

Chiederei che fossero tolte le schede nei banchi del centro-sinistra che servono solo per prendere soldi! Questo è un furto! È un grande furto! (Proteste dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U e Verdi-U. Richiami del Presidente). E' una vergogna che continuino a prendere soldi le persone assenti. I segretari e i commessi intervengano! (Proteste dai Gruppi FI, UDC:CCD-CDU-DE e AN).

 

PRESIDENTE. Senatore Lauro, stia al suo posto. La richiamo all'ordine. (Brusìo in Aula).

La senatrice Dentamaro è stata invitata a votare e ha votato, ora controlleremo. (Il senatore Lauro continua a protestare). Senatore Lauro, vuole che sospenda la seduta? La richiamo all'ordine. I senatori segretari, Firrarello e Dentamaro, mi segnalino tutte le schede a cui non corrisponde la presenza di un senatore. (Il senatore Eufemi protesta). Senatore Eufemi, stia al suo posto, ci sono i senatori segretari. Senatore D'Onofrio, stia al suo posto.

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.200, presentato dalla senatrice Acciarini e da altri senatori, identico agli emendamenti 1.3, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori, e 1.500, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Ricordo che l'emendamento 1.4 è improcedibile, stante il parere contrario della 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

 

D'ONOFRIO (UDC:CCD-CDU-DE). Ladri! Vergogna!

 

ROTONDO (DS-U). Ladri a chi?

 

PRESIDENTE. Senatore Brutti, stia al suo posto per favore.

FASOLINO (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FASOLINO (FI). Signor Presidente, chiedo resti a verbale che al terzo posto nella penultima fila, tra i due senatori che sono presenti, era accesa una luce intermittente che è stata spenta dal senatore che è seduto al secondo banco, a partire da sinistra.

Chiedo che sia accertata l'identità del senatore cui appartiene la scheda, il quale stava commettendo una illiceità amministrativa oltre che politica. Presidente, tolga quella scheda e sanzioni il comportamento del senatore che ha disattivato il meccanismo di voto. Desidero che sia soddisfatto questo mio diritto.

PRESIDENTE . Senatore Fasolino, la competenza con riferimento a questo tipo di segnalazione è dei senatori segretari. Ho sollecitato, chiamandoli per nome, i senatori segretari, che fanno parte di opposti schieramenti ma che non hanno schieramenti quando siedono al banco della Presidenza, a segnalarmi eventuali irregolarità, ma non ho avuto segnalazioni di questo tipo.

Ho preso atto della sua indicazione, ma i senatori segretari, sollecitati, non mi hanno dato alcuna indicazione e dunque non posso procedere ulteriormente su questo terreno.

 

D'ONOFRIO (UDC:CCD-CDU-DE). Ladri! Ladri!

 

MANIERI (Misto-SDI). Ladro sarai tu, come ti permetti.

 

PRESIDENTE. La prego, senatrice Manieri.

 

ACCIARINI (DS-U). Non è possibile, Presidente.

 

PRESIDENTE. Colleghi, cosa devo fare? O guardo da una parte o guardo dall'altra. Ho detto al collega che non ha titolo per intervenire.

RIPAMONTI (Verdi-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI (Verdi-U). Signor Presidente, lei è impegnato in un lavoro difficile di conduzione dell’Aula. Tuttavia, volevo segnalarle che l’emendamento 1.4 non è improcedibile se quindici senatori chiedono di votare attraverso la procedura elettronica.

 

PRESIDENTE. È improcedibile per il parere contrario della 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81, ma è evidente che questo sottintende che l’eventuale richiesta di quindici senatori renda sottoponibile comunque al voto l’emendamento.

 

RIPAMONTI (Verdi-U). Signor Presidente, quando in Aula sarà tornata la calma, chiederò a quindici senatori di sostenere la votazione attraverso la procedura elettronica.

 

PRESIDENTE. Non ho mai detto che questa possibilità non esistesse, ho solo richiamato quanto previsto dal Regolamento. Ora, dal momento che lei si appella ad esso, quando sarà il momento, cioè dopo l’intervento del senatore Brutti, chiederò all’Aula se ci sono quindici senatori che intendono appoggiare la sua richiesta di votazione elettronica dell’emendamento.

BRUTTI Massimo (DS-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BRUTTI Massimo (DS-U). Signor Presidente, lei sa che da parte del Gruppo dei Democratici di Sinistra e personalmente vi è apprezzamento e stima nei suoi confronti. È per questo motivo che io affido a lei il compito di impedire che vengano pronunciate parole e fatti gesti…

 

D'ONOFRIO (UDC:CCD-CDU-DE). Addirittura! (Proteste dai Gruppi FI, UDC:CCD-CDU-DE e AN).

 

PRESIDENTE. Non mi pare che stia dicendo cose che debbano meritare questo tipo di reazione. Vi prego di ascoltare il senatore Brutti.

 

BRUTTI Massimo (DS-U). … e fatti gesti che considero ingiuriosi nei confronti dei senatori dell’opposizione. Lo dico parlando a nome di un Gruppo che in nulla, durante la difficile discussione di questi giorni, ha manifestato indulgenza verso formulazioni propagandistiche e demagogiche. (Applausi dai Gruppi FI e UDC:CCD-CDU-DE). E tuttavia dico che non possiamo tollerare in alcun modo che da parte di senatori della maggioranza e, segnatamente, da parte di senatori che hanno responsabilità di direzione dei Gruppi parlamentari della maggioranza, vengano espresse parole o manifestati gesti offensivi nei confronti di senatori che esprimono la propria presenza in Aula nelle forme previste dal Regolamento.

Io chiedo al Presidente di quest’Assemblea di ricordare ai senatori della maggioranza qual è la modalità di rilevamento delle presenze si è intesa stabilire. Molti dei presenti in quest’Aula non erano neanche d’accordo sulle modifiche recentemente introdotte al riguardo, ma finché queste regole vengono applicate, in quanto lo stesso Presidente del Senato ha deciso di assumerle in quest’Aula, è evidente che noi respingiamo al mittente giudizi o addirittura ingiurie che partono proprio dall’applicazione corretta delle regole stabilite. Altrimenti, non si capisce bene qual è il linguaggio comune che si impiega in quest’Aula, qual è il rispetto reciproco che si ha tra i senatori che compongono quest’Assemblea.

Quindi, in conclusione le chiedo, signor Presidente, di garantire che questo rispetto vi sia e che non vi siano offese o ingiurie ingiustificate e infamanti nei confronti di senatori che stanno facendo il loro dovere. Sono i componenti del mio Gruppo che me lo hanno chiesto, che mi hanno chiesto se era possibile continuare a non parlare, a non rispondere, a lasciar correre.

Tante volte, signor Presidente, non si risponde per non acuire forme di espressione che non sono confacenti alla correttezza che dovrebbe essere propria dei lavori dell'Aula. In questa occasione, però, non possiamo transigere e le chiediamo di deplorare vivamente quei senatori, tra i quali mi dispiace additare, seppur con sentimento amichevole, in primo luogo un capogruppo, il senatore D'Onofrio, che poco fa faceva gesti con le mani e pronunziava parole non ripetibili. (Applausi dai Gruppi DS-U e Mar-DL-U).

PRESIDENTE . Senatore Brutti, la ringrazio in primo luogo dell'atteggiamento di fiducia nei miei confronti. Cerco in queste circostanze di mantenere sempre il decoro dei lavori dell'Assemblea; credo di avere sempre proceduto in maniera estremamente obiettiva, anche se in determinati momenti non tutto si percepisce, non tutto si riesce a vedere.

Se ci sono state offese, mi faccio carico io di chiedere scusa; quindi, sono io che chiedo scusa se dall'una parte e dall'altra ci sono stati atteggiamenti offensivi e irrituali. Sono io che mi faccio carico di queste scuse. (Applausi dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U, Verdi-U, Misto-Com, Misto-SDI e AN).

Vorrei fare poi un'ultima valutazione, infatti il mio turno di Presidenza è finito e quindi mi accingo a lasciare la guida dell'Aula al collega Calderoli (Commenti dal Gruppo LP. Brusìo in Aula). Mi pare che stiamo rendendo più difficile e più lungo l'iter di approvazione del disegno di legge al nostro esame concernente la scuola. Mi chiedo se questo fa parte degli interessi politici della maggioranza e se quest'ultima non debba perciò, in una circostanza come questa, così come in altre occasioni, valutare che tutta una serie di interventi o di situazioni che si determinano in Aula finiscono poi per rallentare l'iter dei lavori dell'Assemblea stessa.

Fatta questa piccola osservazione, lascio la Presidenza dell'Assemblea al collega.

Presidenza del vice presidente CALDEROLI

SCHIFANI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCHIFANI (FI). Signor Presidente, abbiamo preso atto delle scuse formulate all'opposizione dal vice presidente di turno Fisichella. Ci duole il fatto che analoghe scuse da parte nostra non siano state chieste dalla Presidenza di turno quando questa maggioranza venne dileggiata, accusata di servilismo, di assenza di libertà e offesa con cartelli che hanno offeso non soltanto la maggioranza, ma l'intero Senato. (Applausi dai Gruppi FI, LP, UDC:CCD-CDU-DE e AN).

Allora, colleghi dell'opposizione, parliamoci chiaro: poc'anzi anche voi siete stati colti con le mani nel sacco, vi erano delle luci accese e vi erano senatori assenti! (Applausi dai Gruppi FI, LP, UDC:CCD-CDU-DE e AN. Commenti dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U e Verdi-U). E questo è un dato.

Pochi giorni orsono in quest'Aula e da quelle tribune sono state fraudolentemente violate, ad opera di alcuni sedicenti cameramen, che ancora chiediamo di sapere a quale testata giornalistica appartenessero, … (Applausi dai Gruppi FI e UDC:CCD-CDU-DE)… delle regole di comportamento che in tanti anni non erano state mai violate da nessuno, quelle cioè di una convivenza pacifica, corretta e saggia che consentivano alla maggioranza e all'opposizione di vivere correttamente all'interno dell'Aula, seppure nell'asprezza dello scontro politico.

Quindi, almeno una parte dell'opposizione ha violato quelle regole di etica comportamentale! Allora, sia ben chiaro un fatto, signor Presidente, colleghi del Senato: il collega dell'opposizione, Capogruppo dei DS, ha dichiarato fuori da quest'Aula "nei confronti dei pianisti tolleranza zero"; noi diciamo "tolleranza meno zero" anche nei confronti dei vostri assenti. (Applausi dai Gruppi FI e UDC:CCD-CDU-DE). Vi marcheremo momento per momento, attimo per attimo sulle luci accese sui vostri banchi e sulle assenze dietro le vostre luci che forse prima qualcuno tollerava, ma che da ora in poi lo non saranno più da parte di nessuno perché tale assenza comporta anche un illecito: infatti, quella luce è accesa per ottenere una diaria alla quale il senatore assente non ha diritto.

Allora - concludo, signor Presidente - da oggi in poi tolleranza sotto zero, meno dieci, nei confronti degli assenti dell'opposizione. (Applausi dai Gruppi FI, UDC:CCD-CDU-DE, LP e AN. Congratulazioni).

PRESIDENTE . Colleghi, poiché ho avuto modo di constatare personalmente che gestualità forse non consone all’Aula ci sono state da una parte e dall’altra, dal momento che il presidente Fisichella ha chiesto scusa ad una parte, io chiedo scusa all’altra (Applausi dai Gruppi AN e FI), perché vi garantisco che ci sono state proprio da entrambe le parti.

Il ruolo di verifica e controllo è affidato ai senatori segretari d’Aula. (Applausi del senatore Lauro). Proprio nella Conferenza dei Capigruppo è emersa la necessità di un loro ruolo maggiormente attivo, dando dei mandati e degli incarichi precisi ai senatori segretari che a tutt’oggi non sono previsti. Sarà pertanto mio dovere, già nella riunione di questa sera - se sarà possibile - analizzare la situazione e conferire tale mandato, come capita alla Camera, dove il Presidente non chiama l’assistente parlamentare a intervenire nel ritiro della scheda e quant’altro, ma si avvale dei segretari per svolgere quel ruolo che necessariamente dev’essere svolto da un collega parlamentare all’interno dell’Aula.

A questo punto, ho una serie di richieste di intervento sulla questione. Io credo che vi sia…

 

MORANDO (DS-U). Basta con l’ostruzionismo contro il ministro Moratti da parte della maggioranza!

 

PRESIDENTE. Senatore Morando, nella pratica parlamentare c’è la definizione della correttezza dell’ostruzionismo, ma non dice se può essere solo di minoranza o possa essere anche di maggioranza. È una libera scelta anche quella.

Colleghi, vediamo di essere un po’ più stringati, perché del fenomeno dei "pianisti" ne abbiamo già parlato abbastanza. Quindi, forse il miglior sistema è quello di lavorare votando al proprio posto, verificando, soprattutto nelle prime votazioni, che a quel posto corrisponda non solo una scheda ma anche una persona, perché io intendo ritirare tutte le tessere, da una parte e dall'altra, a cui non corrisponda nessuna persona e tenerle sul banco della Presidenza, per poi adottare eventualmente i provvedimenti conseguenti.

Aveva chiesto di intervenire il senatore Sodano Tommaso. Ne ha facoltà.

 

SODANO Tommaso (Misto-RC). Signor Presidente, rinuncio perché intendevo avanzare la richiesta già formulata dal senatore Ripamonti.

 

PRESIDENTE. Dopo verificheremo il supporto alla richiesta.

CAMBURSANO (Mar-DL-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CAMBURSANO (Mar-DL-U). Signor Presidente, anche noi siamo per la tolleranza sotto zero, ma da ben più tempo che non il Presidente del Gruppo di Forza Italia e per provvedimenti sui quali, come è ben noto, invece la tolleranza da parte di quel Gruppo e di altri Gruppi di maggioranza non ha funzionato affatto. Quindi, lezioni di correttezza di comportamento non le accettiamo, soprattutto da quella parte.

Ma io, signor Presidente, ho chiesto la parola per fatto personale, in quanto il collega che è intervenuto in precedenza (mi pare che si chiami Fasolino, o preferirei anche chiamarlo "innominato", visto che ormai questo è il linguaggio che viene utilizzato in quest’Aula da ieri) ha citato il mio nome come possibile assente quando invece io sono qui dall’inizio dell’esame del provvedimento. Quindi, probabilmente o c’è stato uno scambio di persona (Commenti dal Gruppo AN) oppure il nostro collega non ha una buona vista ed è bene che provveda in merito.

PRESIDENTE . Testimonieremo sulla sua presenza, che ho accertato. (Il senatore Fasolino fa cenno di voler intervenire).

Una volta tanto che siamo d’accordo sulla tolleranza sotto zero, e quindi troviamo un accordo trasversale, cerchiamo di applicarlo anche al buon gusto.

DANZI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DANZI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, vorrei riportare un tantino di serenità in questo dibattito sui "pianisti"…

 

PRESIDENTE. Me lo auguro veramente.

 

DANZI (UDC:CCD-CDU-DE). …però facendo presente agli amici e colleghi che ci si sente molto toccati quando ingiustamente si è esposti per qualcosa che si sa di non aver fatto.

Allora, partendo da una recuperata serenità, vorrei soltanto far notare quanto segue. Vorrei prendere un aspetto, che reputo molto positivo, del discorso del senatore Brutti, il quale alla fine ha richiamato l'aspetto regolamentare secondo cui un senatore che non sia seduto al suo posto in effetti può svolgere regolarmente, se presente in Aula, il suo mandato. Ha detto sostanzialmente questo, se non ho mal compreso.

 

PRESIDENTE. Colleghi, noi non dobbiamo porre in discussione qualcosa che è stato deciso in altra sede e poi comunicato all'Assemblea.

 

DANZI (UDC:CCD-CDU-DE). Mi auguro soltanto che a questo punto, anche i poveri senatori che si sono visti immortalati, che non hanno un grande potere mediatico e non hanno la possibilità di smentire, possano essere in qualche modo difesi dal senatore Brutti, che può far valere le nostre ragioni chiedendo che venga accertata la verità e che i comportamenti delle persone corrette vengano evidenziati come tali, con una riabilitazione che mi pare legittima di chi è persona onesta e perbene. (Applausi dai Gruppi UDC:CCD-CDU-DE e AN).

 

PRESIDENTE. Grazie, senatore Danzi, per il suo secchio d'acqua!

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, lei sa benissimo che il nostro Gruppo cerca di seguire i lavori con attenzione e con distanza, anche politica, senza schierarsi sempre dall'una o dall'altra parte, ma vedendo oggettivamente le situazioni di volta in volta. Di fatto, abbiamo anche espresso la nostra presenza in questa votazione; vorrei sottolineare ciò anche per dare più oggettività a questa discussione.

Però, non ho trovato giusto l'assalto della maggioranza all'opposizione per un paio di luci che anch'io ho visto da questa parte, mentre ho visto purtroppo anche almeno quattro luci da quell'altra parte. Questo lo dico affinché resti agli atti, perché non è giusto che si assaltino in questo modo i colleghi!

Colgo l'occasione per fare una precisazione ulteriore: chiedo che questo dibattito non sfoci adesso in uno Stato di polizia con il perseguire i senatori che si recano alla toilette, perché questo non è possibile. Una cosa è votare per altri e questo non è giusto - è capitato anche alla Camera ai nostri - e deve essere perseguito perché sarebbe una falsificazione di votazioni. Tuttavia, non è altrettanto giusto che un senatore che si muove in Aula e lascia un attimo il tesserino inserito o anche vada al bagno sia trattato allo stesso modo.

Io credo in una certa tolleranza; non si arrivi ad uno Stato di polizia contro i senatori. (Applausi dai Gruppi Aut, DS-U e Mar-DL-U).

PRESIDENTE . Colleghi, credo non vi sia la necessità di ricorrere ad alcuno Stato di polizia, ma che debba invece esservi la necessità di uno stato di correttezza. Pertanto, se il collega scende tre gradini per sgranchirsi le gambe è una cosa, ed è giusto che partecipi ai nostri lavori, se è in bagno è dedito ad altre attività ma non a quelle del voto.

BRUTTI Massimo (DS-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BRUTTI Massimo (DS-U). Signor Presidente, voglio soltanto precisare, perché i verbali diano atto con chiarezza del problema che abbiamo affrontato e delle posizioni di ciascuno, che sarà bene per il futuro, con maggiore rigore di quanto non sia accaduto per il passato, che ciascuno voti per se stesso e ciascuno rimanga sul posto nel quale viene inserita la scheda e si accende la luce.

Quello che mi preme sottolineare, anche rispetto al quasi incidente che si è verificato poco fa, è che sulla base del nostro Regolamento è possibile che un senatore sia presente in Aula, faccia rilevare la propria presenza, ma non concorra alla formazione del numero legale. Questo è un diritto dei senatori dell'opposizione finché le regole che sono state approvate e stabilite saranno vigenti. La cosa importante è che ciascuno sia presente in corrispondenza della luce che si accende anche in modo intermittente.

Allora, credo che tutti dobbiamo impegnarci ad evitare che si voti anche soltanto per una persona che si trova a dieci metri di distanza, perché questo - come si è visto - può dare luogo ad equivoci sgradevoli per la persona che si presta a votare al posto di un collega che si trova a dieci metri di distanza. Capisco che si tratta di un sacrificio, ma questa cosa va evitata: ciascuno deve votare per sé e ciascuno deve essere presente accanto al seggio nel quale manifesta il voto. Se osserveremo tutti insieme questa regola, credo che migliorerà anche il clima in quest'Aula.

PRESIDENTE . Mi sembra che ora siamo tutti d’accordo.

Concordo con lei nell’affermare che questa può essere un'eccezione ma non la regola, altrimenti si rallentano i lavori ancorché si verifichi la regolarità degli stessi. I nostri colleghi della Camera dei deputati lo fanno costantemente lungo tutto il corso delle votazioni e non mi risulta che ci siano stati problemi particolari, tranne purtroppo un tragico incidente.

Invito ora il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione sull'emendamento 1.4, avanzata precedentemente dal senatore Ripamonti, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 102-bis del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.4, presentato dalla senatrice Acciarini e da altri senatori.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Dai banchi dell’opposizione si levano più voci per denunciare che nei banchi della maggioranza vi è una luce a cui non corrisponde la presenza di alcun senatore. Vivaci commenti del senatore D'Onofrio).

 

RIPAMONTI (Verdi-U). Si sieda e stia zitto!

 

PRESIDENTE. Colleghi, appena possibile i senatori segretari provvederanno ad estrarre tutte le tessere a cui non corrispondono senatori presenti. Non c’è bisogno di sbracciarsi o di urlare; partiamo subito controllando la situazione sui banchi della maggioranza.

State tranquilli perché le tessere irregolari verranno estratte. Il compito, lo ricordo, verrà espletato dai senatori segretari. Credo che la senatrice Dentamaro goda della vostra fiducia, così come il collega Firrarello. (La tessera indicata viene estratta). (Applausi generali dai banchi dell’opposizione).

Il senatore Firrarello farà l’equivalente giustizia tra i banchi dell’opposizione se non vi sarà corrispondenza tra tessere e senatori presenti. Stiamo tutti tranquilli, perché si tratta di un esperimento.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.121.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.121, presentato dalla senatrice Acciarini e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.5.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

 

Metto ai voti l'emendamento 1.5, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.202, presentato dalla senatrice Manieri e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 1.7.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 1.7, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori, fino alle parole "Il sistema".

Non è approvata.

 

Restano pertanto preclusi la seconda parte dell’emendamento 1.7 e gli emendamenti 1.204, 1.205, 1.206, 1.207, 1.208, 1.209, 1.210, 1.211, 1.212, 1.213, 1.214, 1.215, 1.216, 1.217, 1.218, 1.219, 1.220, 1.221, 1.222 e 1.223.

L'emendamento 1.224 è inammissibile in quanto privo di portata normativa.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.225.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.225, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.226.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Cortiana, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.226, presentato dal senatore Cortiana.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.227, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.228.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.228, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.229.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.229, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.15.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

 

Metto ai voti l'emendamento 1.15, presentato dalla senatrice Franco Vittoria e da altre senatrici.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.16, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.11.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.11, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.230.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.230, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.231.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

 

Metto ai voti l'emendamento 1.231, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.232.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.232, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.233.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.233, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.234.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.234, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

L'emendamento 1.235 è inammissibile in quanto privo di portata normativa.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.236.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.236, presentato dal senatore D’Andrea e da altri senatori.

Non è approvato.

LAURO (FI). Signor Presidente, domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LAURO (FI). Signor Presidente, devo dire che i Gruppi della sinistra sono stati aperti ad un nuovo inizio di rapporto.

 

PAGANO (DS-U). Ma per piacere, signor Presidente!

 

LAURO (FI). Vorrei far notare che l’Aula è pienissima, ma spesso viene inquadrata facendo vedere che non vi è nessuno.

 

PRESIDENTE. Senatore Lauro, abbiamo discusso su questo argomento ieri mattina e oggi pomeriggio. Non intendo più dare la parola a nessuno per intervenire sull’ordine dei lavori che non ha nulla a che fare con quello che poi viene detto.

 

LAURO (FI). Signor Presidente, vorrei soltanto che rimanesse agli atti che questa Aula è pienissima e che vorrei fosse chiaro a tutti. Non so perché si chieda la verifica del numero legale. Non sta a me autorizzarlo; però, vorrei che il Paese sapesse questo.

 

PAGANO (DS-U). Evitiamo di dire stupidaggini! Abbiamo il diritto di chiedere anche 50.000 volte la verifica del numero legale.

PRESIDENTE . Senatrice Pagano, per cortesia; siamo riusciti a ripartire con i nostri lavori. Sono solo felice di vedere l’Aula del Senato con i senatori che partecipano ai suoi lavori.

 

PAGANO (DS-U). E lei deve starci, senatore Lauro.

 

LONGHI (DS-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LONGHI (DS-U). Signor Presidente, poiché questa mattina il senatore Lauro ha dato le dimissioni, come mai è qui presente? Sono state respinte?

 

PRESIDENTE. Questo non c'entra nulla.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.25.

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Signor Presidente, sono felice quanto lei. Dato che il Regolamento lo consente, chiedo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.25, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.237.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

 

Metto ai voti l'emendamento 1.237, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.28, presentato dalla senatrice Franco Vittoria e da altre senatrici.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.29, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.238, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.239, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Gli emendamenti 1.240 e 1.241 sono inammissibili in quanto privi di portata modificativa.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.36, identico agli emendamenti 1.242 e 1.243.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.36, presentato dalle senatrici Acciarini e Pagano, identico agli emendamenti 1.242, presentato dal senatore D'Andrea e da altri senatori, e 1.243, presentato dalla senatrice Franco Vittoria.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.37.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.37, presentato dalla senatrice Manieri e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.244.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Cortiana, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.244, presentato dal senatore Cortiana.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

C'è un collega che ci prega di poter intervenire. Credo che ci sia stata una difficoltà nel funzionamento del sistema di votazione.

 

SODANO Calogero (UDC:CCD-CDU-DE). Vorrei che sia messo a verbale che nella precedente votazione di verifica del numero legale avevo votato.

 

PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto (Brusio in Aula).

Colleghi, state tranquilli che abbiamo già capito tutto e stiamo inviando il senatore segretario a verificare. Vi prego di stare tranquilli. (Commenti dai Gruppi UDC:CCD-CDU-DE, FI e AN). Colleghi, guardate che si rischia di rendersi ridicoli. Si tratta di un normalissimo controllo, non c'è altro.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. L'emendamento 1.245 è inammissibile in quanto privo di portata normativa.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.246, identico all'emendamento 1.247.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

 

Metto ai voti l'emendamento 1.246, presentato dal senatore Cortiana, identico all'emendamento 1.247, presentato dalla senatrice Soliani e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.42, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 1.43.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 1.43, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori, fino alla parola "adotterà".

Non è approvata.

 

Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 1.43 e gli emendamenti 1.44 e 1.45.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.248.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale). (Brusìo in Aula).

 

Il senatore Firrarello ha già votato; accerto io la sua presenza, perché lo ha fatto con il suo dito. Il senatore Firrarello ha identificato un'irregolarità. (Il senatore Firrarello scende dal banco della Presidenza e si reca tra i banchi del Gruppo DS-U). (Proteste dai Gruppi UDC:CCD-CDU-DE, FI e AN).

Senatore Montino, lei non può toccare il senatore segretario. Il senatore Firrarello accerta su richiesta del Presidente. Non lo fanno i commessi. (Commenti dai Gruppi Mar-DL-U e DS-U).

I commessi sono pregati di ritirare la tessera a cui non corrisponde un senatore votante. (I commessi sollevano il giornale che copre un dispositivo di votazione. Si accerta così che non vi è alcuna tessera inserita). (Applausi dai Gruppi DS-U e Mar-DL-U). La tessera non c’è.

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.248, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

L’emendamento 1.249 è inammissibile in quanto privo di portata normativa.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.250.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

 

Metto ai voti l'emendamento 1.250, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.251, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

L'emendamento 1.52 è inammissibile in quanto privo di portata normativa.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.60, identico all’emendamento 1.501.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico. Certe volte invidio gli arbitri delle partite di calcio; c'è un clima più tranquillo allo stadio che in quest'Aula.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.60, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori, identico all'emendamento 1.501, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.253.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Colleghi, ricordiamoci di votare; i numeri sono tali per cui non credo vi siano problemi. Senatore Firrarello, la invito a partecipare alla votazione.

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.253, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.502.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.502, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.503.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.503, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.504.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.504, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 1.77, presentato dalla senatrice Acciarini e da altre senatrici, fino alla parola "successivi".

Non è approvata.

 

Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 1.77 e gli emendamenti 1.257 e 1.258.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.259.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.259, presentato dal senatore D’Andrea e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.80.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Cortiana, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.80, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.505, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.261.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.261, presentato dalla senatrice Manieri e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.262.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l’emendamento 1.262, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.263, che però sembra in qualche modo zoppicare.

MONTICONE (Mar-DL-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MONTICONE (Mar-DL-U). Signor Presidente, non ho capito perché l’emendamento zoppica.

 

PRESIDENTE. È in corso una verifica da parte degli uffici per cercare di trovare una soluzione rispetto alla formulazione dell’emendamento.

 

MONTICONE (Mar-DL-U). Siamo lieti che il relatore e il Governo abbiano accolto questo emendamento che tende a sviluppare e a valorizzare l’autonomia delle istituzioni scolastiche. Ci sembra un indirizzo importante rispetto al quale chiediamo all’Aula di esprimersi con un voto favorevole.

 

ASCIUTTI, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ASCIUTTI, relatore. Signor Presidente, basta aggiungere un "con" per risolvere la questione.

 

MONTICONE (Mar-DL-U). Sono d’accordo.

PRESIDENTE . In tal caso, metto ai voti l’emendamento 1.263 (testo corretto), presentato dalla senatrice Soliani e da altri senatori.

È approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.264.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Prendiamo atto del fatto che il senatore Andreotti non è riuscito ad esprimere il suo voto.

Metto ai voti l'emendamento 1.264, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.265, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.267.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.267, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.506, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.269.

CORTIANA (Verdi-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CORTIANA (Verdi-U). Signor Presidente, vorrei un chiarimento sul parere espresso su questo emendamento.

 

PRESIDENTE. È stato espresso un parere contrario.

 

CORTIANA (Verdi-U). Signor Presidente, noi avevamo presentato una versione modificata rispetto alla quale la Commissione si era espressa in senso favorevole. Ricordo che era presente la sottosegretario Aprea e che a tal proposito avevo parlato anche con il ministro Stanca.

PRESIDENTE . Se la Commissione ha approvato l’emendamento, la modifica di cui lei parla è già contenuta nel testo in esame. In tal caso, deve intendersi ritirato l’emendamento 1.269.

 

CORTIANA (Verdi-U). Esatto, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.507, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

L'emendamento 1.271 è inammissibile in quanto privo di portata modificativa.

Metto ai voti l'emendamento 1.272, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.273, presentato dalla senatrice Acciarini e da altri senatori.

Non è approvato.

 

L'emendamento 1.274 è precluso dalla reiezione dell'emendamento 1.272.

Metto ai voti l'emendamento 1.508, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.276 (testo 2).

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

 

BOREA (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BOREA (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, approfitto anche della presenza autorevole della signora Ministro dell'istruzione per chiederle il permesso di andare in bagno. (Ilarità).

 

PRESIDENTE. Senatore Borea, non dovrebbe avere neppure l'età per avere problemi di prostata, comunque vada pure.

 

BOREA (UDC:CCD-CDU-DE). Può votare per me il senatore …

 

PRESIDENTE. No, colleghi, non scherziamo su queste cose. Mi auguro che questo tipo di problemi sia stato superato dal buon senso di ciascun senatore.

 

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.276 (testo 2), presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.509.

 

CORTIANA (Verdi-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CORTIANA (Verdi-U). Signor Presidente, vorrei soltanto premettere che credevo l'ostruzionismo lo stessimo facendo noi, anche con una certa eleganza e rispetto del galateo, visto che abbiamo anche un Ministro e due Sottosegretari donne.

Chiedo la verifica del numero legale.

 

 

Verifica del numero legale

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Colleghi, onde non si ripeta successivamente, ciascuno è autorizzato ad andare al bagno senza chiedere il permesso come si faceva con la signora maestra.

Invito i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.509, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.278 (testo 2).

 

CORTIANA (Verdi-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CORTIANA (Verdi-U). Signor Presidente, questo è uno di quegli emendamenti per i quali abbiamo accettato la condizione della Commissione bilancio per il nullaosta.

Chiedo la verifica del numero legale.

 

 

Verifica del numero legale

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.278 (testo 2), presentato dalla senatrice Acciarini e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.510, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

L'emendamento 1.280 è inammissibile in quanto privo di portata modificativa.

Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.281.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.281, presentato dalla senatrice Acciarini e da altre senatrici.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.282. Bentornato al senatore Borea.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Son contento che sia tornato il senatore Borea.

Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.282, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.511.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.511, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.512.

 

CORTIANA (Verdi-U). Questa volta ho bisogno dell’appoggio di quindici senatori poiché chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Li cerchiamo subito.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Cortiana, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.512, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.285, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.286.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata per un voto).

 

Metto ai voti l'emendamento 1.286, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.287, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.2000 (testo 2).

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiedo la verifica del numero legale con l’appoggio di dodici senatori, undici non bastano.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.2000 (testo 2), presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.288.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Intervengo per chiedere l’appoggio di dodici senatori per la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.288, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione della prima parte dell’emendamento 1.289.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiedo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

 

Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 1.289, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori, fino alla parola: "conseguire".

Non è approvata.

 

Risultano pertanto preclusi la restante parte dell’emendamento 1.289 e l’emendamento 1.290.

Metto ai voti l’emendamento 1.291, presentato dalla senatrice Manieri e da altri senatori, sostanzialmente identico all’emendamento 1.97, presentato dalla senatrice Franco Vittoria e da altre senatrici.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.292.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiedo la verifica del numero legale con l’appoggio del dodicesimo senatore.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

È andata meglio di prima e quindi procediamo alla verifica.

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Forza, colleghi, oltre a non votare si distraggono anche i vicini.

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l’emendamento 1.292, presentato dalla senatrice Acciarini e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.293.

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.293, presentato dalla senatrice Soliani e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.2001 (testo 2), presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.294.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.294, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.295.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

 

Metto ai voti l'emendamento 1.295, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.296.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.296, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.297.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale). (Il senatore D'Ambrosio fa rilevare che il dispositivo elettronico non funziona).

 

Senatore D'Ambrosio, provi a cambiare postazione.

 

Il Senato è in numero legale.

 

Prendiamo atto che i senatori D'Ambrosio e Cavallaro hanno avuto problemi con il dispositivo elettronico.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.297, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.298.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Signor Presidente, anche per questo emendamento chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.298, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.299, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.2002 (testo 2).

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.2002 (testo 2), presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.300, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.301.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.301, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.302.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Cortiana, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.302, presentato dal senatore Cortiana.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.303.

 

 

Verifica del numero legale

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

 

Il Senato è in numero legale.

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.303, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.304, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.305.

 

CORTIANA (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

 

Metto ai voti l'emendamento 1.305, presentato dal senatore Cortiana.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.118, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.119, presentato dal senatore Pagliarulo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l’articolo 1, nel testo emendato.

È approvato.

 

Sull'emendamento 1.0.1, la 5a Commissione permanente, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, ha espresso parere contrario limitatamente al comma 4, lettera e).

Senatrice Soliani, intende sopprimere questa parte?

 

SOLIANI (Mar-DL-U). Sì, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.0.1 (testo 2), presentato dalla senatrice Soliani e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Sull'emendamento 1.0.2, la 5a Commissione permanente, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, ha espresso parere contrario limitatamente al comma 3, lettera e).

ACCIARINI (DS-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ACCIARINI (DS-U). Signor Presidente, accogliamo la richiesta della Commissione bilancio su tale emendamento, eliminando al comma 3, la lettera e).

Riteniamo inoltre molto utile che ci sia una chiara espressione del voto e quindi per tale ragione chiediamo la votazione a scrutinio simultaneo.

Si tratta di un aspetto che ci interessa sottolineare: noi chiediamo più risorse per l’autonomia delle scuole. Vogliamo ricostituire nel suo valore e nel suo significato il fondo per l’ampliamento dell’offerta formativa, che da parte di questo Governo non ha subìto che decurtazioni. Ora, l’autonomia scolastica è una cosa importante ma per concretizzarsi veramente deve essere sostenuta da adeguate risorse. Per questa ragione invito tutti i colleghi a votare a favore di questo emendamento.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Acciarini, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.0.2 (testo 2), presentato dalla senatrice Acciarini e da altri senatori.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE . Onorevoli colleghi, a variazione di quanto detto in precedenza, comunico che il Governo verrà domani in Aula, alle ore 18, a riferire, per il tramite del sottosegretario Mantovano, sulla morte del militare della Guardia di finanza Fabio Perissinotto.

 

CAMBURSANO (Mar-DL-U). Presidente, e sulla FIAT il Governo quando verrà a riferire?

 

PRESIDENTE. Mi dispiace, senatore Cambursano, ma non ho ancora comunicazioni al riguardo; a breve gliele potrò dare.

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge nn. 1306 e 1251

PRESIDENTE . Sull'emendamento 1.0.3, la 5a Commissione permanente, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, ha espresso parere contrario limitatamente al comma 3, lettera e).

 

RIPAMONTI (Verdi-U). Insistiamo per la votazione dell'emendamento nella sua interezza.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Ripamonti, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 102-bis del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.0.3, presentato dal senatore Boco e da altri senatori.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione)

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge n. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Anche sull'emendamento 1.0.4, la 5a Commissione permanente, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, ha espresso parere contrario limitatamente al comma 4, lettera e).

 

MANIERI (Misto-SDI). Insistiamo per la votazione.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Manieri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 102-bis del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.0.4, presentato dalla senatrice Manieri e da altri senatori.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione dei disegni di legge n. 1306 e 1251

 

PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolo 2, su cui sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

ACCIARINI (DS-U). Signor Presidente, i nostri emendamenti iniziano con una proposta di soppressione dell’intero articolo, che trova poi il suo completamento nella successiva proposta, firmata da diversi senatori dell’Ulivo, di sostituzione dell’intero testo con l'emendamento 2.202 (testo 2). Vorrei sottolineare l’importanza di questo articolo e di questa proposta sostitutiva.

Abbiamo detto più volte e ne siamo sempre più convinti che il testo proposto dal Governo è stato sottoposto ad un’azione davvero scarsamente emendativa da parte della Commissione. Mi permetto di rispondere adesso al presidente Asciutti che stamattina ha citato quattro emendamenti, a firma Berlinguer, che sono stati accolti.

Vorrei dire per chiarezza perché resti agli atti che si trattava di quattro emendamenti identici che sostituivano la parola "allievi" con la parola "studenti"; un emendamento importante, che sostenevamo con convinzione, ripetuto quattro volte per omogeneizzare il testo. In realtà, quindi, vi è stata l’accettazione di un solo emendamento, neppure di natura sostanziale.

In questo articolo vediamo il rischio più grave: l’attacco all’obbligo d’istruzione, così come previsto dalla Costituzione all’articolo 34.

Vi sono due aspetti molto delicati nella stesura fatta dalla Commissione: il primo riguarda la ridefinizione di un principio costituzionale, perché si dice che si ridefinisce e si amplia un principio costituzionale. Ritengo che la legge ordinaria non possa ridefinire un principio costituzionale; può intervenire nella sua attuazione, nella sua applicazione, può certamente ampliarlo ma non può ridefinirlo. Perché è scritto così? Perché di fatto si tratta dell’abrogazione dell’obbligo scolastico e la sua sostituzione con il diritto-dovere alla formazione ed all’istruzione, termini che, come ho detto più volte, non sono sinonimi. Questo è il primo aspetto molto inquietante.

Il secondo, sul quale vorrei attirare l’attenzione di tutti i colleghi, magari con l'aiuto del Presidente che potrebbe invitare ad una maggiore tranquillità l’Assemblea, è il problema dell’attuazione graduale, comunque prevista, per questo diritto-dovere. Non basta il discorso della ridefinizione di un principio costituzionale. Poiché il vero e grande problema è la copertura finanziaria di questa legge, come abbiamo detto e diremo ancora, e si rimanda ai decreti legislativi lo specificare, il trovare le risorse, l’obbligo scolastico diventa un diritto a fisarmonica, che si allarga o si restringe in relazione alla disponibilità o meno di risorse.

È un principio preoccupante che già si è visto nel cosiddetto decreto salva-deficit che, in realtà, rischia di costituire, per tutta la legislazione italiana, un problema di questo tipo. Si affermano i diritti, ma questi sono più o meno esigibili dai cittadini a seconda delle risorse. In tal modo si fanno, signor Ministro, delle pure leggi manifesto dietro alle quali vi è il nulla; anzi, vi è peggio del nulla perché non a caso volete abrogare la legge n. 9 del 1999 che da un lato ha elevato, seppur in maniera insufficiente, di un anno l’obbligo scolastico e che, dall’altro, è una legge che ha sempre avuto finanziamenti e ha rappresentato una risorsa per le scuole per attuare quel processo di integrazione che noi riteniamo indispensabile.

Inoltre, l’altro aspetto delicato del presente disegno di legge è quello che si chiama il principio della canalizzazione precoce: a tredici anni e mezzo, all’uscita dalla scuola media (vorrei ricordare a tutti perché lo sappiamo che, in realtà, la scelta si compie nel corso della terza media, quindi a dodici anni e mezzo, massimo tredici), un ragazzo deve scegliere se vuole entrare nel sistema dell’istruzione - perché questo è il sistema dei licei - e proseguire gli studi o se entrare, invece, nel canale della formazione professionale, che non è un canale di serie B ma è un canale diverso come struttura, come caratteristiche pedagogiche e formative, che riteniamo importantissimo, ma che non può essere snaturato e diventare un corso di cultura generale; se così è si tratta di uno sbaglio.

Il discorso di fondo è invece che alcuni elementi di formazione culturale di base devono essere garantiti dalla scuola, signor Ministro, a tutti i cittadini italiani; non si devono operare questi tipi di scelta a quell’età perché si devono avere degli strumenti per poter andare avanti e scegliere ulteriormente.

Concludo dicendo che è altrettanto grave il principio dell'anno (che forse non si chiamerà integrativo, senatore Bevilacqua, ma comunque è un anno appiccicato al termine di quattro anni di formazione professionale) che dovrebbe permettere di andare all'università. Tra l'altro, mi chiedo quale serietà degli studi state prevedendo o invocando. O siete convinti che nessuno andrà, e allora siete in malafede quando dite che i due canali hanno la medesima dignità e durata, oppure pensate veramente ad un grande abbassamento del livello degli studi universitari.

Invito tutti i colleghi, e so che sono molti in quest'Aula, cui sta a cuore la qualità degli studi e che per tutti i cittadini vi sia un sapere riconosciuto e significativo a livello di scuola, di votare a favore dei nostri emendamenti, che si propongono proprio di offrire questa possibilità a tutti i ragazzi e a tutte le ragazze: avere una formazione culturale di base solida, su cui innestare più volte nel corso della vita la formazione professionale. (Applausi dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U e Misto-SDI. Brusìo in Aula).

PRESIDENTE . Scusate, colleghi, visto che è impensabile procedere nei nostri lavori con questo disordine e rumore, vi faccio presente che, comunque vadano le cose, per questa sera non si terranno più votazioni. Per cui, chi intende partecipare ai nostri lavori, può ascoltare e parlare; gli altri, se vogliono, possono uscire dall'Aula.

È possibile inoltre che vi siano delle variazioni negli orari delle sedute di domani. Ho appena consultato il Presidente ed attendo una sua comunicazione, che renderò in Aula. Dopodiché ciascun Capogruppo (sicuramente i Capigruppo seguiranno i lavori fino alla conclusione della seduta) riferirà tale comunicazione ai componenti del proprio Gruppo.

MONTICONE (Mar-DL-U). Signor Presidente, colleghi, intendo illustrare gli emendamenti 2.232 e 2.233, che si riferiscono al comma 1, lettera b) dell'articolo 2.

Vorrei fare presente, anche se non è facile a causa del rumore di fondo…

 

PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi, vi ho invitato, nel caso non intendiate seguire i lavori dell'Aula, ad uscire e andare a chiacchierare fuori. Nel caso si continui a disturbare, farò allontanare dall'Aula i responsabili.

 

MONTICONE (Mar-DL-U). Il testo dell'articolo 2, comma 1, lettera b) approvato in Commissione recita: "Sono favorite la formazione spirituale e morale, lo sviluppo della coscienza storica e di appartenenza alla comunità locale, alla comunità nazionale ed alla civiltà europea".

Innanzitutto vorrei fare presente che la formazione spirituale e morale, in un senso alto del termine, per poter racchiudere anche tutti gli aspetti di essa, cioè la promozione dell'uomo integrale secondo la concezione maritainiana, ma anche secondo la concezione della nostra Costituzione, va specificata secondo quanto suggeriamo nell'emendamento 2.232, che propone di sostituire le parole: "sono favorite la formazione spirituale e morale", con le altre: "è promosso il conseguimento di una formazione spirituale, morale e civica ispirata ai principi della Costituzione". Faccio presente tuttavia che è necessario integrare questo emendamento con l'emendamento 2.233, che richiede la sostituzione delle parole: "sono favorite", con le parole: "sono promosse". È evidente che i due emendamenti si sovrappongono.

Suggerirei allora, ai fini di una corretta grammatica, di correggere il testo nel modo seguente: "sono promossi il conseguimento di una formazione spirituale, morale e civica ispirata ai princìpi della Costituzione". Ritengo che questa formulazione possa essere la migliore.

Concludo il mio breve intervento, che deve aver suscitato un grande interesse, osservando che è molto importante questo riferimento alla Costituzione. La Carta del 1948, nei suoi princìpi fondamentali, è stata il risultato della convergenza di grandi culture, delle tre maggiori culture del nostro Paese. L'idea dell'uomo spirituale e morale è comune a tutte le culture che hanno dato vita al patto costituzionale ed io credo che il richiamo alla Costituzione sia dunque un elemento fondamentale per dare vigore a questo senso comune.

Pertanto, raccomando sin d'ora l'approvazione di questo emendamento, non ritenendo che sussista un problema di ordinamento. Rilevo infine che la dizione "sono favorite" non è comunque troppo felice in un testo legislativo, per il quale sono più appropriate le parole "sono promosse". (Applausi dai Gruppi Mar-DL-U e DS-U).

RIPAMONTI (Verdi-U). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI (Verdi-U). Signor Presidente, vorrei soltanto capire se è arrivata alla Presidenza qualche notizia circa l’andamento dei nostri lavori di domani.

 

PRESIDENTE. Senatore Ripamonti, non ho ancora avuto alcuna comunicazione dal Presidente. Pertanto, di eventuali modifiche verrà data notizia domani mattina ad inizio di seduta. Sono certo comunque che ci sarà un largo consenso, ma - ripeto - affronteremo la questione domani mattina.

PRESIDENTE . Rinvio il seguito della discussione dei disegni di legge in titolo ad altra seduta.

 

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