Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale

Disegno di legge

 

ISTRUZIONE (7a)

MERCOLEDI' 3 LUGLIO 2002
97a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI


Intervengono i sottosegretari di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea e Caldoro.

La seduta inizia alle ore 14.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione.
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale.
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta antimeridiana.

Il presidente relatore ASCIUTTI avverte che si procederà con l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del disegno di legge n. 1306, assunto quale testo base, pubblicati in allegato al resoconto della seduta notturna di ieri.

La senatrice Vittoria FRANCO illustra i suoi emendamenti, che vanno oltre – a suo giudizio – il loro carattere meramente lessicale. Ella ritiene infatti indispensabile recuperare, attraverso di essi, l'aspetto civico e laico dell'educazione, messo in ombra dall'approccio spirituale che permea invece il disegno di legge governativo.
In particolare, ritiene di grande rilievo l'emendamento 1.15, volto a chiarire che la riforma ha come finalità non solo la valorizzazione della persona umana ma anche quella del cittadino.
Quanto all'emendamento 1.28, esso è volto al coinvolgimento non solo delle famiglie ma anche degli studenti, in quanto co-protagonisti delle scelte che li riguardano.
Illustra infine l'emendamento 1.97, volto a sostituire il concetto di "diritto-dovere di istruzione e formazione" con quello di "obbligo scolastico e formativo", a suo giudizio più pregnante e comunque coerente con il disposto dell'articolo 34 della Costituzione.

Il senatore PAGLIARULO illustra gli emendamenti da lui presentati, soffermandosi anzitutto sull'1.5, soppressivo del comma 1, che reca il ricorso alla delega legislativa. Ritiene infatti del tutto inopportuno l'uso di tale strumento per una riforma così radicale che, a suo giudizio, si configura peraltro come una controriforma, mettendo in discussione la formazione della nuova classe dirigente. La delega legislativa svuota del resto l'autonomia del legislatore e collide pesantemente con i principi di autonomia e divisione dei poteri dello Stato. Al contrario, egli avrebbe preferito che il Governo utilizzasse i normali canali di discussione parlamentare, con un ampio coinvolgimento di tutti gli operatori interessati.
Quanto all'emendamento 1.7, esso riveste valore propedeutico e di principio, sollecitando un impegno dello Stato ad assicurare a tutti pari opportunità nell'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro. Esso prevede altresì un impegno ad istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi, nel rispetto dei principi costituzionali che prevedono sì il diritto dei privati ad istituire proprie scuole, ma senza oneri per lo Stato.
Dà infine conto dell'emendamento 1.104, relativo agli interventi per l'integrazione scolastica, chiarendo che esso si indirizza prevalentemente nei confronti di coloro che si trovano in posizione di svantaggio quali i portatori di handicap e gli extra comunitari.
Lamenta infine che il disegno di legge nel suo complesso sottovaluti gravemente sia aspetti importanti dello sviluppo della scuola negli ultimi decenni sia il ruolo centrale assunto dagli insegnanti e dagli studenti e si ponga nel contempo in contrasto con il dettato costituzionale in materia di istruzione e formazione.

La senatrice BIANCONI dà per illustrati gli emendamenti presentati.

La senatrice MANIERI illustra l'emendamento 1.37, volto a colmare una lacuna del testo governativo laddove non fa riferimento ai provvedimenti attuativi dell'autonomia scolastica. Tale lacuna è a suo giudizio tanto più grave alla luce dell'ennesima riforma costituzionale avanzata dal Governo con il progetto di devoluzione, che non solo non fa riferimento all'autonomia ma anzi ne segna il depotenziamento e financo il declino. Il concetto di federalismo adottato dal Centro-destra stravolge infatti i principi di autonomia in un ottica di decentramento e devoluzione che configura nella sostanza un neo centralismo regionale. Da ciò deriva l'esigenza di una maggiore precisione nel riferimento all'autonomia e in particolare ai regolamenti che già la disciplinano. I regolamenti applicativi configurano infatti l'autonomia quale garanzia di libertà di insegnamento, mentre la devoluzione suggerita dal Governo, affidando una potestà esclusiva alle regioni anche sul piano dei programmi, apre il varco a possibili lesioni all'autonomia didattica e di sperimentazione degli istituti scolastici. L'autonomia, quale sancita dagli strumenti regolamentari, è altresì sinonimo di auto-governo, mentre nel progetto del Governo le istituzioni scolastiche rischiano di diventare articolazioni periferiche di un neo statalismo regionale. Infine, i regolamenti attuatativi configurano l'autonomia in termini di responsabilità, mentre alla luce della devoluzione essa finisce per deresponsabilizzare lo Stato e gli enti locali minori in un'ottica di disarticolazione e frammentazione del sistema nazionale.
Auspica pertanto che il Governo voglia accogliere il richiamo puntuale ai regolamenti applicativi dell'autonomia.

La senatrice SOLIANI illustra l'emendamento 1.78, volto a sottoporre il piano programmatico degli interventi finanziari previsto dal comma 3 dell'articolo 1 all'approvazione del Parlamento anziché a quella del Consiglio dei ministri. Il piano programmatico sostanzia infatti la volontà del Governo nell'applicazione della riforma e costituisce uno dei capisaldi del sistema. Appare pertanto del tutto inopportuno che il Governo ne resti il decisore unico, senza un attivo coinvolgimento del Parlamento, anche in considerazione della prova a suo giudizio finora non certo brillante offerta dal Governo nel rapporto con le regioni e gli enti locali e testimoniata dalla perdurante difficoltà ad attuare pienamente il nuovo Titolo V della Costituzione.
Se sulla definizione delle norme generali dell'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale è in gioco il profilo nazionale del sistema, è indispensabile che il Parlamento sia chiamato ad un ruolo centrale, tanto più vista l'inadeguatezza dimostrata in questi mesi dal Governo a seguire il processo di trasformazione scolastica (mancato impulso all'autonomia, stasi sull'attuazione del Titolo V, progetto di devoluzione in materia scolastica senza neanche il concerto del Ministro interessato).
A tali considerazioni critiche, prosegue la senatrice Soliani, si aggiunge poi l'incertezza sul piano delle risorse finanziarie, corroborata dal dossier del Servizio studi del Senato, che conferma la scarsa chiarezza del rapporto fra piano programmatico e decreti legislativi attuativi della delega. A maggior ragione, si impone pertanto un pieno coinvolgimento del Parlamento sullo strumento che metterà a punto gli interventi di carattere finanziario.

La senatrice PAGANO, richiamandosi alle considerazioni della senatrice Soliani, chiede un tempestivo intervento in Commissione del Ministro dell'economia, o di un sottosegretario da lui delegato, al fine di chiarire gli impegni finanziari del Governo. Nonostante l'ordine del giorno proposto dai Capi gruppo di maggioranza, resta infatti un forte margine di incertezza sulle risorse disponibili, tanto più in considerazione delle difficoltà che stanno caratterizzando la stesura del Documento di programmazione economico-finanziaria. Lo stesso dossier del Servizio studi del Senato, ineccepibile nella sua neutralità, mette del resto in discussione le certezze relative alla copertura finanziaria del provvedimento. Auspica pertanto un significativo impegno del Presidente in tal senso, assicurando che detta richiesta non ha alcun intento ostruzionistico atteso che l'opposizione condivide l'auspicio di giungere all'esame in Assemblea del provvedimento avendone concluso positivamente la fase istruttoria in Commissione.

Il presidente relatore ASCIUTTI informa che la Commissione bilancio si accinge ad esprimere il proprio parere sul testo e sugli emendamenti presentati, il che consentirà di avere quanto prima significativi elementi di valutazione. Assicura comunque alla senatrice Pagano che si farà interprete presso il Ministero dell'economia della sua richiesta.

In assenza dei proponenti, la senatrice ACCIARINI fa indi propri e dà per illustrati gli emendamenti presentati dai senatori Malabarba ed altri.

Conclusa l'illustrazione degli emendamenti, il presidente relatore ASCIUTTI - dopo aver ritirato l'emendamento 1.75, nel presupposto che anche i decreti legislativi in materia di istruzione e formazione professionale siano sottoposti al parere delle competenti Commissioni parlamentari - si esprime sugli ordini del giorno e sugli emendamenti presentati. Premessa una valutazione favorevole su entrambi gli ordini del giorno (illustrati nella seduta notturna di ieri), esprime parere contrario sui seguenti emendamenti: 1.1 (identico all'1.2, all'1.3 e all'1.500), 1.4, 1.121, 1.5 (identico all'1.6), 1.7, 1.8, 1.9, 1.10, 1.11, 1.12, 1.13, 1.18, 1.19, 1.20, 1.21, 1.22, 1.23, 1.24, 1.25, 1.27, 1.29, 1.30, 1.31, 1.34, 1.36, 1.38, 1.39, 1.40, 1.42, 1.43, 1.44, 1.45, 1.46, 1.47, 1.48, 1.49, 1.50, 1.51, 1.52, 1.53, 1.54, 1.55, 1.56, 1.57, 1.58, 1.59, 1.60 (identico all'1.61 e all'1.501), 1.62, 1.63, 1.64, 1.65, 1.66, 1.67, 1.68, 1.503, 1.76 (identico all'1.504), 1.77, 1.78, 1.80, 1.505, 1.82, 1.84 (identico all'1.506), 1.85, 1.89 (identico all'1.507), 1.90 (identico all'1.508), 1.91, 1.92 (identico all'1.509), 1.94 (identico all'1.510), 1.95 (identico all'1.511), 1.512, 1.96, 1.97, 1.98, 1.99, 1.100, 1.104, 1.107, 1.109, 1.115, 1.118 e 1.119. Si rimette invece al Governo sugli emendamenti 1.15, 1.16, 1.28, 1.37 e 1.101. Invita poi i presentatori a ritirare gli emendamenti 1.17, 1.26, 1.32 (identico all'1.33), 1.35, 1.70 (identico all'1.502), 1.73 (identico all'1.74), 1.83, 1.103, 1.105 (in quanto l'argomento è già affrontato all'articolo 2), 1.108 e 1.120. Invita infine i presentatori degli emendamenti 1.86, 1.88, 1.106 e 1.110 a trasformarli in ordini del giorno; in caso contrario, il parere sarebbe negativo. Esprime invece parere favorevole sull'emendamento 1.93 e raccomanda l'approvazione dell'emendamento 1.71 (identico all'1.72).

Il sottosegretario Valentina APREA si associa al parere del presidente relatore, esprimendo nel contempo una valutazione favorevole sull'emendamento 1.71 (identico all'1.72).
Quanto all'emendamento 1.15, assicura che la formazione del cittadino è alla piena attenzione del Governo, come testimoniato dalla formulazione dell'articolo 2. Invita pertanto i presentatori, così come i presentatori dell'emendamento 1.16 di analogo tenore, a ritirarlo; in caso contrario, il parere sarebbe negativo.
Con riferimento all'1.28, esprime l'opinione che la tutela degli studenti sarà assicurata attraverso la flessibilità degli strumenti attuativi. Anche in questo caso invita pertanto i presentatori a ritirarlo; in caso contrario, il parere sarebbe negativo.
Quanto all'emendamento 1.37, esprime invece parere contrario ricordando che la formulazione ad esso sottesa è superata dalla costituzionalizzazione dell'autonomia operata dal terzo comma del nuovo articolo 117 della Costituzione. La dizione del testo governativo appare pertanto più efficace di quella proposta dall'emendamento in questione.
Con riguardo infine all'emendamento 1.101 ricorda che l'edilizia scolastica non rientra fra le competenze dirette dello Stato. Esprime conseguentemente parere contrario.
Accoglie invece pienamente gli ordini del giorno nn. 1 e 2.

Su richiesta del senatore VALDITARA e dopo che il PRESIDENTE ha accertato la presenza del numero legale ai sensi dell'articolo 30, comma 2, del Regolamento, la Commissione - con separate votazioni - accoglie entrambi gli ordini del giorno ai fini della loro trasmissione all'Assemblea.

Si passa alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1.

La senatrice SOLIANI dichiara il proprio voto favorevole all'emendamento 1.1, soppressivo dell'articolo 1 che contiene il ricorso alla delega legislativa . A fronte di un quadro irrisolto fra autonomia scolastica, Titolo V della Costituzione e devoluzione, di una grande incertezza sulle risorse finanziarie, nonché di un insufficiente dibattito fra gli operatori interessati, la valutazione sulla delega richiesta dal Governo è infatti fortemente negativa, in quanto priva il Parlamento di spazi di riflessione per un confronto costruttivo su una tematica che dovrebbe appartenere alla società intera e non essere appannaggio della maggioranza.

Anche il senatore CORTIANA annuncia il proprio voto favorevole alla soppressione dell'articolo 1 in considerazione del contraddittorio intreccio normativo e dei pesanti dubbi sulla copertura finanziaria del provvedimento. Coglie peraltro l'occasione per stigmatizzare la richiesta di trasformazione in ordine del giorno di alcuni emendamenti significativi, rivolta non solo a presentatori di opposizione ma anche di maggioranza, ad evidente testimonianza di debolezze di natura politica. Lamenta altresì il parere contrario reso su alcuni suoi emendamenti che si ponevano in linea con lo spirito del testo governativo ed auspica conclusivamente che in autunno sia trovato uno spazio di riflessione per avviare un serio e costruttivo confronto sulla riforma scolastica.

La senatrice MANIERI preannuncia a sua volta il voto favorevole sulla soppressione dell'articolo 1 per ragioni di carattere politico generale. Del resto, quando una riforma così significativa viene presentata senza un'adeguata copertura finanziaria e prevede il ricorso alla delega legislativa, ciò testimonia un evidente declino della funzione parlamentare e prova le difficoltà del Governo. Né la inefficace consultazione svolta dal Governo a dicembre può fugare le perplessità dovute ad un accentramento decisionale che, nonostante l'evidente scollamento fra i componenti della compagine ministeriale, scavalca il Parlamento.

Anche la senatrice ACCIARINI si esprime in senso favorevole alla soppressione dell'articolo 1, esprimendo non solo dubbi sulla legittimità del ricorso alla delega legislativa per l'elaborazione di norme di attuazione di costituzionale ma anche riserve politiche sulla scelta di sottrarre alla discussione parlamentare la definizione delle norme stesse.
Le perplessità aumentano poi con riferimento alle difficoltà di carattere finanziario, che peraltro paiono essere state all'origine dell'opzione per la delega. Resta infatti fermo che, per una riforma così importante, la copertura finanziaria deve essere assicurata nel testo di legge e non in un atto di indirizzo come quello avanzato dai Capi gruppo di maggioranza.

In senso favorevole alla soppressione dell'articolo 1 si esprime infine il senatore BETTA, il quale si associa alle argomentazioni finora svolte sull'inopportunità di sottrarre potere decisionale al legislatore attraverso il ricorso alla delega, sulle perplessità di carattere finanziario e sul confuso intreccio normativo nei rapporti fra Stato, regioni ed enti locali. Conviene altresì con la richiesta di chiarimenti preventivi di ordine economico, tanto più in considerazione dell'elaborazione in corso del Documento di programmazione economico-finanziaria.

L'emendamento 1.1 è quindi posto ai voti congiuntamente all'1.2, all'1.3 e all'1.500 (di identico tenore) e respinto.

Il seguito dell'esame congiunto è infine rinviato.

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