Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale

Disegno di legge

 

ISTRUZIONE (7a)

MERCOLEDI' 18 SETTEMBRE 2002
122a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI


Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 14,50.

.....

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione.
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale.
- e petizione n. 349 ad essi attinente
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta antimeridiana di oggi, nel corso della quale – ricorda il presidente relatore ASCIUTTI – nell'ambito dei disegni di legge in titolo, si è svolta la replica del ministro Moratti agli interventi seguiti alle dichiarazioni del Ministro stesso in merito alla sperimentazione scolastica.

Prende la parola sull'ordine dei lavori la senatrice ACCIARINI, la quale, dopo aver ricordato di aver auspicato un pronunciamento dell'Ufficio di Presidenza sul prosieguo dei lavori della Commissione in merito ai provvedimenti di riforma dei cicli scolastici, avanza l'esigenza di una ulteriore riflessione conseguente alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro sulla sperimentazione scolastica.
Infatti, ella osserva come la sperimentazione possa essere intesa secondo diversi significati. Da un lato può essere considerata come uno strumento utile a comprendere la percorribilità di determinate scelte e in tal caso l'azione del legislatore dovrebbe attendere i risultati forniti dalla sperimentazione, visto anche che il Ministro si appresta a utilizzare a questo fine fondi destinati al rafforzamento dell'autonomia scolastica e a interventi sul territorio.
Dall'altro lato però la sperimentazione può essere intesa secondo la logica che emerge dall'emendamento del Presidente relatore 2.143, già approvato dalla Commissione, che ha previsto una iscrizione anticipata alla scuola dell'infanzia graduale e appunto previa sperimentazione; in tal caso, essa avrebbe quindi il senso di una attuazione graduale della legge, la cui approvazione dovrebbe essere pertanto antecedente l'avvio della fase sperimentale.
Ella teme invece che il Governo faccia ricorso alla sperimentazione con un intendimento ancora diverso, vale a dire allo scopo di utilizzarla a fini di impatto mediatico, così da consentire al Ministro di eludere in qualche modo le numerose critiche avanzate dal mondo della scuola nei confronti del suo operato.
Ad ogni modo, pur esprimendo perplessità sulla significatività del campione di 200 scuole in cui dovrebbe attuarsi la sperimentazione, ritiene opportuno attendere gli esiti di quest'ultima prima di procedere al varo di una riforma complessiva del sistema.

Il presidente relatore ASCIUTTI fa presente che la discussione apertasi sulle dichiarazioni del Ministro ai sensi dell'articolo 99, comma 2, del Regolamento, si è conclusa con la replica dello stesso rappresentante del Governo. Ciò non toglie che eventuali ulteriori proposte potranno essere poste ai voti.

Il senatore BOCO riconosce la correttezza, sotto il profilo regolamentare, della risposta del Presidente relatore. Tuttavia, ritenendo condivisibili le osservazioni svolte dalla senatrice Acciarini, propone formalmente un rinvio dell'esame dei disegni di legge in titolo fino al momento in cui la sperimentazione avrà fornito gli elementi atti a consentire una più avveduta deliberazione del legislatore in merito al disegno riformatore che dovrà investire il sistema di istruzione nazionale.

La senatrice SOLIANI ritiene ragionevole la proposta testé avanzata, allo scopo di ripristinare un corretto ordine temporale nell'ambito del processo riformatore, consentendo al legislatore di avvalersi dei risultati scaturiti dalla sperimentazione.

Al contrario, il senatore BEVILACQUA si dissocia dalla proposta di rinviare l'esame del disegno di legge delega, in quanto ritiene che la sperimentazione sia finalizzata a verificare gli effetti concreti che la nuova normativa avrà sul sistema scolastico. Si tratta del resto, ricorda, di una delega i cui tempi di effettivo esercizio consentiranno ampiamente di fare tesoro dei risultati della sperimentazione.

La proposta del senatore Boco di rinviare l'esame dei disegni di legge in titolo viene quindi posta ai voti e respinta.

Ancora sull'ordine dei lavori, la senatrice SOLIANI chiede che venga collegialmente concordata la scansione delle prossime sedute, in modo da individuare un punto di equilibrio tra l'esigenza della Commissione di concludere i propri lavori in sede referente e il calendario effettivo che l'Assemblea del Senato presumibilmente rispetterà considerando l'insieme dei provvedimenti in esso previsti.

Il presidente relatore ASCIUTTI ritiene sia interesse di tutte le parti politiche trovare un accordo sull'andamento dei lavori, ma anche concludere l'esame istruttorio della Commissione in tempo utile per i lavori dell'Assemblea. Al riguardo, ricorda che la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari è convocata per la giornata di domani e quindi solo successivamente si potranno conoscere le determinazioni circa l'inizio dell'esame dei disegni di legge di riforma dei cicli scolastici in Assemblea.

Il senatore BOCO pone in evidenza la complessa situazione che caratterizza in questa fase i lavori dell'Assemblea e osserva che, secondo prassi, l'attuale calendarizzazione non può intendersi equivalente ad un inizio dell'esame in Aula per il 24 settembre. Come sempre accade, infatti, nell'ambito di una stessa settimana vi è la flessibilità sufficiente a consentire alla maggioranza parlamentare di indicare di volta in volta le priorità fra i provvedimenti previsti nel calendario. Si potrebbe pertanto pervenire ad un accordo in Commissione che consenta la conclusione dell'esame in sede referente entro la prossima settimana o, al più tardi, entro la fine del mese, così fornendo al tempo stesso un utile elemento di valutazione anche alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari.

Il senatore BEVILACQUA dichiara di condividere le riflessioni testé avanzate dal senatore Boco. Infatti, sebbene l'esame dei disegni di legge di riforma scolastica sia attualmente previsto fra i primi punti del calendario dei lavori dell'Assemblea per la prossima settimana, è ragionevole immaginare, in considerazione degli altri rilevanti provvedimenti all'esame del Senato, che non sarà possibile procedere prima di giovedì 26 settembre. Pertanto, se vi fosse l'accordo di tutti i Gruppi politici almeno sull'esigenza di consentire lo svolgimento della relazione del presidente Asciutti all'Aula per il prossimo 26 settembre, si potrebbe anche sconvocare la già prevista seduta notturna odierna.

La senatrice MANIERI ritiene sia interesse di tutte le parti che la Commissione concluda il proprio lavoro istruttorio e che i provvedimenti in oggetto vengano esaminati dall'Assemblea del Senato secondo la normale dialettica parlamentare e secondo le procedure previste, a prescindere dall'esito che tale esame potrà avere. Non sembra pertanto vi siano le ragioni per insistere sullo svolgimento della seduta notturna nella giornata di oggi, dal momento che è facilmente prevedibile che l'esame della riforma scolastica da parte dell'Assemblea avverrà in una data successiva al 24 settembre. A nome del Gruppo Misto, ella si impegna quindi a consentire la conclusione dei lavori della Commissione in tempo utile per lo svolgimento della relazione all'Aula da parte del presidente Asciutti nella giornata di giovedì 26 settembre.

Anche la senatrice ACCIARINI concorda sull'esigenza di portare a conclusione i lavori in sede referente della Commissione. Al riguardo, giudica sufficienti le sedute settimanali previste negli orari consuetudinari e conviene con l'opportunità di sconvocare l'odierna seduta notturna, potendo semmai la Commissione intensificare i propri lavori nella giornata di mercoledì 25 settembre. Precisa tuttavia che questa disponibilità a trovare un accordo sull'andamento dei lavori non deve essere intesa come una rinuncia dell'opposizione a sviluppare la propria battaglia parlamentare sugli emendamenti presentati.

Il presidente relatore ASCIUTTI chiede ai rappresentanti dei Gruppi, soprattutto di opposizione, se dalle osservazioni testé rese deriva l'effettivo impegno a concludere l'esame in sede referente per il prossimo 25 settembre, così da consentire per il giorno successivo l'inizio dei lavori da parte dell'Assemblea.

Il senatore BOCO, in merito alla domanda assai puntuale del Presidente relatore, si riserva di consultarsi con gli esponenti degli altri Gruppi di opposizione prima di rispondere riguardo a un impegno politico che dovrà poi essere lealmente rispettato.

Il PRESIDENTE RELATORE, nel comprendere le esigenze dell'opposizione, dichiara che il calendario rimane allo stato invariato e che eventuali determinazioni in senso diverso potranno essere assunte all'inizio della seduta notturna.

Il senatore VALDITARA plaude alla decisione del Presidente relatore, che dichiara di condividere.

Riprende quindi la votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 3 del disegno di legge n. 1306, pubblicati in allegato al resoconto della seduta del 26 luglio scorso.

Si passa alla votazione dell'emendamento 3.14, presentato dal senatore Cortiana.

Il senatore BOCO, intervenendo per svolgere una dichiarazione di voto favorevole, rende noto di voler fa propri tutti gli emendamenti a firma del senatore Cortiana. Illustra quindi le ragioni che a suo avviso rendono necessaria la soppressione delle parole della lettera b) dell'articolo 3 indicate nell'emendamento in oggetto. Si tratta infatti – almeno per quanto riguarda le prime parole – di un ridondante esercizio letterario, che richiama un principio persino ovvio. Semmai, se davvero dovesse ritenersi necessario ribadire un concetto così generico e ovviamente condivisibile, ciò andrebbe fatto in premessa a ogni disposizione normativa del provvedimento. Enuncia inoltre le argomentazioni che lo inducono a nutrire preoccupazione per la distinzione operata nella norma in questione fra valutazione delle conoscenze e abilità degli allievi e valutazione della qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche.

La senatrice ACCIARINI esprime a sua volta voto favorevole sull'emendamento, dal momento che la particolare disposizione che esso intende sopprimere non fa che ribadire la scarsa sistematicità e coerenza interna dell'articolo 3, che disciplina in un primo momento la valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli allievi, per poi passare alla lettera b) alla valutazione complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche e quindi, alla lettera successiva, all'esame di Stato conclusivo dei cicli di istruzione. Dall'insieme di queste norme trapela una concezione riduttiva del sistema di valutazione, nonché una scarsa conoscenza dell'Istituto nazionale ad esso preposto e una sottovalutazione dell'importanza che un serio meccanismo di valutazione assume per il sistema di istruzione nazionale. Ritiene inoltre che la valutazione degli istituti scolastici non debba concretizzarsi in una mera certificazione di carattere notarile, ma debba viceversa tenere conto del contesto in cui le scuole operano, secondo una lezione affermatasi anche a livello europeo. Gli istituti scolastici devono cioè essere valutati per la loro capacità di garantire un percorso che conduca dalle condizioni di partenza agli obiettivi finali e al tempo stesso la valutazione non può prescindere da una determinazione esatta di questi stessi obiettivi.
Invita infine la Commissione a riflettere attentamente sul valore delle disposizioni legislative che si accinge ad approvare e che dovranno essere poi rispettate da tutti i cittadini. Compito del legislatore infatti è anche quello di prefigurare le modalità di concreta applicazione delle norme che vengono approvate.

La senatrice SOLIANI, nel dichiararsi favorevole alla soppressione delle parole indicate nell'emendamento in votazione, sottolinea come l'approvazione di un disegno di legge delega sulla scuola dovrebbe rappresentare l'occasione anche per chiarire quale concetto di valutazione, soprattutto del sistema nel suo complesso, si vuole affermare nell'ordinamento scolastico e conseguentemente in quale modo si intende strutturare l'Istituto nazionale preposto. Dal disegno di legge governativo emerge invece una concezione superata della valutazione e fra l'altro manca un coerente raccordo fra la normativa contemplata dalla lettera a) dell'articolo 3 e le disposizioni di cui alla successiva lettera b). In particolare, ella ritiene condivisibile la formulazione della lettera a), laddove affida ai docenti la valutazione degli apprendimenti degli allievi, e nel contempo auspica non sia casuale la mancata previsione della valutazione del comportamento nell'ambito della lettera b), che disciplina le attribuzioni dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione (INVALSI). Inoltre, sempre in riferimento alla lettera b) dell'articolo 3, osserva che sarebbe stato più opportuno dal punto di vista logico ribaltarne l'impostazione, nel senso di prendere in primo luogo in considerazione la valutazione del sistema scolastico complessivo, inteso come somma di istituzioni autonome sia rispetto al Ministero che nei confronti delle regioni, e solo in un secondo momento fare riferimento alla valutazione degli allievi.
E' evidente però che il Governo è privo di una visione complessiva del sistema e nel contempo è poco rispettoso del principio dell'autonomia scolastica, dal momento che non vi è alcuna menzione dei compiti di autovalutazione dei singoli istituti, né si immagina la costituzione di una rete di istituzioni scolastiche autonome in grado di esplicare le predette funzioni di autovalutazione anche sotto il profilo della comparazione fra gli istituti stessi.
Dopo aver ricordato poi come il Ministro abbia utilizzato alcune analisi comparative condotte anche a livello internazionale per motivare il riordino didattico della scuola elementare, la senatrice sottolinea che questo tipo di argomentazione rende chiaro l'approccio del Governo alle problematiche della scuola, che ella ritiene di dover criticare, in quanto non è affatto dimostrato che le carenze di apprendimento degli allievi dipendano dalla presenza dei tre maestri previsti dal modulo.
Ribadisce infine l'importanza di una valutazione globale e sistematica del comparto scolastico, che non si limiti a prendere in considerazione il livello dell'apprendimento, ma tenga conto anche di profili non esplicitati nel testo governativo, quali le strutture complessive, le risorse a disposizione, il contesto in cui le scuole operano, le condizioni di base e gli interventi attuati a livello territoriale.

Posto ai voti, l'emendamento 3.14 viene respinto.

Senza discussione, la Commissione approva invece, con separate votazioni, gli emendamenti 3.15 e 3.16.

Accedendo all'invito del presidente relatore, il senatore FAVARO trasforma l'emendamento 3.17 nel seguente ordine del giorno:
0/1306/7/105
FAVARO
"La Commissione,
in sede di esame del disegno di legge n. 1306, concernente delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale,
impegna il Governo a far sì che, nell'ambito delle norme generali sulla valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione e degli apprendimenti degli allievi, l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione effettui le verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli allievi nel pieno rispetto delle specificità dei percorsi liceali o dell'istruzione e formazione professionale e tenga conto, nell'effettuare anche le verifiche periodiche e sistematiche sulla qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche e formative, della titolarità delle regioni nel predeterminare i requisiti per lo svolgimento delle attività di formazione professionale, in base all'articolo 17, comma 1, lettera c), della legge 24 giugno 1997, n. 196".

Il sottosegretario Valentina APREA dichiara di accogliere l'ordine del giorno n. 105, per la votazione del quale non insiste il presentatore.

La senatrice BIANCONI, accedendo all'invito del presidente relatore, ritira l'emendamento 3.18.

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 3.19 (identico al 3.20), prende la parola la senatrice ACCIARINI, la quale giudica incongruo prevedere una rideterminazione delle funzioni e della struttura dell'Istituto nazionale per la valutazione sulla base di compiti assolutamente generici e poveri di contenuti. Né va dimenticato che il rapporto aritmetico fra docenti e alunni è solo uno degli elementi da considerare, atteso che, accanto a situazioni di inefficienza e spreco vi sono anche situazioni di necessità così come di eccellenza. Deplora pertanto l'estrema superficialità con cui la maggioranza affronta il tema della valutazione e raccomanda vivamente l'approvazione dell'emendamento.

Anche la senatrice SOLIANI, a nome del Gruppo Margherita – DL – L'Ulivo, dichiara il voto favorevole sull'emendamento 3.19 associandosi alle considerazioni testé rese dalla senatrice Acciarini.

Dichiara a sua volta il voto favorevole il senatore BOCO, il quale rileva una contraddizione nell'atteggiamento della maggioranza che, da un lato, nega che il testo abbia intenti lottizzatori e, dall'altro, rifiuta di sopprimere quelle parti, quali la lettera b) dell'articolo 3, che invece alimentano tale sospetto. Già la lettera a) del medesimo articolo appariva del resto assolutamente superflua nell'economia del provvedimento, ma anche in quell'occasione la maggioranza rifiutò di procedere alla soppressione. Quanto ora ai compiti dell'INVALSI, ritiene che si dovrebbe optare fra una modifica radicale dell'Istituto e la riaffermazione delle funzioni già svolte nel sistema; appare invece incoerente una rideterminazione delle sue funzioni in considerazione di compiti vaghi e generici.

Posto ai voti, l'emendamento 3.19 (identico al 3.20) viene respinto.

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 3.21 (identico al 3.22), prende la parola il senatore TESSITORE, il quale giudica incongrua l'espressione "esame di Stato" richiamata alla lettera c) dell'articolo 3, in considerazione del progressivo indebolimento registrato dal valore legale del titolo di studio. Al riguardo, riconosce peraltro che tale processo di indebolimento è stato avallato anche dalla precedente maggioranza di Centro Sinistra, nei confronti della quale egli non mancò di esprimere il suo puntuale dissenso.
La lettera c) dell'articolo 3 contiene del resto qualche ulteriore elemento di contraddizione. La predisposizione di alcune prove da parte dell'INVALSI rappresenta ad esempio una stranezza, atteso che l'Istituto dovrebbe avere carattere terzo e non interferire sulle condizioni della valutazione. Il testo suggerisce inoltre un'impostazione passiva anziché attiva da parte dei protagonisti degli esami di Stato (docenti e studenti). Auspica pertanto una maggiore riflessione sul punto, che conduca ad una riformulazione in vista dell'esame in Assemblea.

La senatrice SOLIANI ricorda che la disciplina degli esami di Stato fu già surrettiziamente modificata con l'ultima legge finanziaria in un'ottica di mera riduzione delle spese. Ora si procede ad una ulteriore modifica, che prevede la valutazione delle competenze acquisite dagli allievi nel corso dell'intero ciclo di studi in costanza di valutazioni biennali. Né il richiamo alle discipline di insegnamento dell'ultimo anno rappresenta delimitazione sufficientemente significativa rispetto alla genericità dell'impostazione seguita. In tal modo, la disciplina dell'esame di Stato risulta ben lontana dall'esplicitazione dei principi di cui all'articolo 33, V comma, della Costituzione, secondo cui esso è invece uno snodo essenziale della formazione dell'individuo. La lettera c) dell'articolo 3 sembra dunque confermare esplicitamente l'inutilità degli esami di Stato, da cui rischia di conseguire un giudizio di sostanziale inutilità anche del sistema pubblico di istruzione.
Raccomanda quindi accoratamente l'approvazione dell'emendamento 3.21.

Ad avviso del senatore BOCO la riforma degli esami di Stato sottesa alla lettera c) dell'articolo 3 investe una questione politica ancor più delicata sul piano della sostanza rispetto alle precedenti lettere del medesimo articolo. Si tratta di una questione di metodo su cui il suo Gruppo non intende transigere. Gli esami di Stato rappresentato infatti un momento solenne del percorso formativo dei giovani, che non può essere affrontato in sordina, come peraltro già avvenuto nell'ambito dell'ultima legge finanziaria.
In questo caso, il Ministro chiede addirittura una delega in bianco per la riforma, senza indicare in alcun modo gli obiettivi che si prefigge, non potendosi certo considerare sufficiente l'indicazione che una delle prove d'esame sarà predisposta dall'Istituto nazionale per la valutazione.
Ben diverso fu invece l'atteggiamento del Centro Sinistra che, nella scorsa legislatura, portò all'esame del Parlamento un organico provvedimento di riforma degli esami di maturità, su cui favorì un importante dibattito culturale conclusosi, anche grazie all'impegno del suo Gruppo, con la definizione di criteri certi fra cui la previsione della prima prova di esame consistente nella predisposizione di un elaborato volto ad accertare la capacità espositiva e logica del candidato.
Dichiara pertanto a sua volta il proprio voto favorevole all'emendamento 3.21.

Posto ai voti, l'emendamento 3.21 (identico al 3.22), viene respinto.

Senza discussione, con separate votazioni, la Commissione approva gli emendamenti 3.23 e 3.24 e respinge il 3.25.

Concluso l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 3, preso atto degli iscritti a parlare per dichiarazione di voto sul complesso dell'articolo come modificato, il presidente relatore ASCIUTTI rinvia il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta.

La seduta termina alle ore 16,20.

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